venerdì 31 agosto 2012

LA CACCA, UN NUOVO METRO DI DEMOCRAZIA

Eccoci tornati dopo le brevissime ma alquanto calde ferie estive, pronti a trattare ancora di argomenti fondamentali per la crescita della coscienza sociale di questo paese. Una volta per tutte: la mia mission è portare consapevolezza nei lettori affinchè possano guardare al mondo circostante con occhi nuovi e con un'apertura mentale a loro prima ignota.

Ed in virtù di cotanta ambizione culturale mi accingo a riaprire i nostri appuntamenti trattando di un elemento che ci accomuna tutti, grandi e piccoli, uomini e donne, principi e plebe, cantanti e Gigi D'alessio: LA CACCA.

Non voglio essere gratuitamente provocatorio o inopportuno. C'è una ragione reale per cui ho deciso di riaprire i battenti con un argomento alquanto fumoso e maleodorante: quest'estate, per la prima volta nella mia vita, sono andato in campeggio e un mondo si è svelato a me, povero mortale eterno ricercatore del water perfetto.

Mi spiego.

A casa nostra, dentro le mura domestiche, fare la cacca è uno dei pochi momenti intimi e di rilassamento che  ci  rimane: esiste qualcosa di più appagante dello scappare in bagno a casa tua quando non puoi più trattenerti ed uscirne completamente rinato?

Perchè, parliamoci chiaro, fondamentalmente il motivo principale per cui molti di noi evitano di andare in campeggio è sì la scomodità di un giaciglio improvvisato dentro una tenda altezza Ministro Brunetta in ginocchio, ma soprattutto scoraggia l'idea di dover andare in bagno in un posto poco ospitale e di doverlo condividere con degli emeriti sconosciuti.


Sono andato in campeggio piuttosto agitato all'idea di ritrovarmi in dei bagni poco "privati". Nella mia mente mille domande: e se ci fossero solo turche? Tutti dicono che la turca è più igienica semplicemente perchè l'hanno provata una sola volta nella loro vita a quindici anni in una gita alquanto divertente. Nella realtà avete mai provato a stare in equilibrio su una turca pulita l'ultima volta negli anni 90, senza appoggi, aspettando il momento fatidico, cercando di non far toccare i pantaloni a terra ma, nel frattempo, di tenerli abbastanza giù in modo da non lasciarci dei ricordini dentro? Roba da giochi senza frontiere..

E poi le turche saranno anche igieniche (?!?) ma lo spettacolo che ti si presenta quando entri e vedi quelle sgommate stile formula 1 che l'autodromo di Monza al confronto è un prato verde delle Dolomiti, tutto ti ti fa venire in mente tranne che di metterti là sopra in posizione finto-seduta per contribuire all'insolita scultura.

C'era gente, quando ho fatto il militare (e quindi parlo a ragion veduta) che aveva brevettato il metodo sedia rovesciata di lato: bisognava girare la sedia, sedersi sulle sue gambe e centrare da quella posizione il foro della turca. Ovviamente non vi dico lo stato delle sedie dal lato su cui appoggiavano, sedie che venivano puntualmente riposte sotto i tavoli da cui erano state prese in prestito. Ho i brividi ancora oggi.

Comunque, giunti al campeggio mi rincuoro prendendo atto che i bagni ci sono e sono puliti. Casotti con un corridoio in mezzo, in cui da un lato ci sono delle salette contigue, ognuna col suo lavabo e col suo water, attrezzate con la carta, l'appendi oggetti, lo specchio e la presa per la barba. Dall'altro lato ancora stanzette con docce e spogliatoio.

Nonostante non ci sia il bidè, mi sono detto, farò tante docce e tutto andrà per il meglio.

Ovviamente non avevo considerato una cosa fondamentale che quando sei a casa tua neanche noti: i rumori.

In bagnetti tanto attaccati, separati solamente da paretine di formica aperte sotto e sopra, riesci a sentire anche se il tuo vicino di evacuazione sta pensando cose allegre o cose tristi, figuriamoci tutto il resto.

Mi sono guardato attorno e ho realizzato: ho visto volti affranti, uomini entrare in bagno armati di sigarette e giornali, altri che nascondevano la carta igienica mentre si recavano alla toilette neanche fosse stata una copia di Di PiùTV, maschi adulti uscire scuotendo la testa in segno di  ennesimo fallimento. Ho visto, a Luglio inoltrato, donne chiaramente magre girare per il campeggio talmente gonfie che è lecito pensare che non andassero in bagno almeno dai primi di Giugno. 

E' stato un trauma. L'inibizione ha avuto la meglio già dal primo giorno nonostante i tentativi creativi di dissimulare ogni tipo di suono (acqua aperta a getto continuo, ipod acceso ovunque per avere musica ad alto volume, ecc...).

Mi sono consolato pensando che tutti eravamo nella stessa barca. Una barca gonfia, molto gonfia.

Poi però mi sono imbattuto nell'essere (a me prima ignoto) scientificamente riconosciuto come il "campeggiatore disinibitum", un individuo di sesso maschile, adepto del campeggio, del tutto a suo agio ed indifferente a qualsiasi cosa gli accada intorno. Perfino in bagno.

Mentre io ero là che timidamente tentavo l'operazione sgonfiamento senza successo, lui era nel bagno a fianco che sospirava beatamente come quelli che si stanno stirando le membra appena alzati, ed ogni sospiro, giuro, arrivava subito dopo aver piazzato l'ennesimo sonoro scorreggione, non un rumore trattenuto a stento e scappato per disattenzione ma un vero e proprio tuono, un boato, talmente forte da arrivare anche nella spiaggia 700 metri più in là.

Non era un errore di valutazione il suo, era un piacere assolutamente voluto e goduto fino in fondo, senza inibizione alcuna e senza preoccuparsi minimamente del pensiero di chi poteva essergli intorno. Nel caso specifico, il sottoscritto. Ho iniziato a vergognarmi come se il concerto provenisse da me. Ho pensato: è ad un metro da me, ora uscirò e tutti penseranno che sia stato io a fare tutto 'sto casino, che figura di merda.

Opto per uscire il più velocemente possibile ed ovviamente il tizio esce esattamente nello stesso momento. Io, con l'aria imbarazzata senza poter far a meno di guardarlo per rendermi conto di che faccia potesse avere uno così, lui, totalmente indifferente al fatto che io fossi lì davanti a fissarlo, si massaggia la pancia e con aria trionfante entra nella porta della doccia.

Sapete cosa ho provato? Invidia. Uno così campa da Dio. Uno così fa quello che ha voglia di fare fregandosene di tutto il resto. Uno così va dritto verso la meta senza guardarsi mai alle spalle.

Ma, soprattutto, uno così non soffrirà mai di stipsi.

Alla fine pensandoci a mente fredda, comodamente seduto sul MIO water, credo che Totò avesse ragione solo in parte: che la livella ci renda tutti uguali è certamente vero ma, ahimè, è una consolazione assai magra quando si è già trapassati.

Il vero indice di democrazia, signori, è la cacca: alti o bassi, ricchi o poveri, intelligenti o stupidi, uomini o donne, seduti su di un water, siamo tutti miseramente umani e tremendamente uguali.

Non so a voi, ma a me, quando sono fermo in un autogrill, viene questo pensiero: immagino il ricchissimo Signor Benetton preso da un attacco di diarrea, che si ferma e di corsa va in bagno talmente affannato che solo dopo si accorge inorridito del terribile odore di pipì che proviene da quei bagni.

Ecco, mi basta questa idea e mi riconcilio con il mondo.

Sarà forse per il fatto che l'autogrill in questione è molto spesso il suo?