domenica 13 ottobre 2013

SE SANDRA BULLOCK ATTERRA IN ITALIA

Poi ti capita di andare al cinema per vedere Gravity, la pellicola evento di cui tutti parlano benissimo e che sembra aver rivoluzionato le trame dei film di fantascienza, almeno di quelli che raccontano sempre dei soliti alieni invasori verdognoli che vogliono solamente (anche se un po’ a ragione) estinguerci.

Nel film, Sandra Bullock e George Clooney, impegnati nel portare a termine una missione orbitale di routine, si ritrovano invece a dover affrontare l’oscurità dello spazio e, per sopravvivere ad essa, saranno obbligati a guardarsi dentro alla ricerca di qualche punto di riferimento a cui aggrapparsi per riuscire a far ritorno sulla terra. Un film sul coraggio dell’animo umano.

Messa così il film sembrerebbe una poesia, in realtà, dopo un promettente inizio la pellicola vira prepotentemente verso la classica americanata, confermando l’assioma di sempre: nei film americani dai grandi budget la profondità dell’anima del protagonista non può superare mai quella di una pozzanghera.

E, in fondo, è giusto sia così: chi va a vedere un blockbuster americano non vuole riflettere su nulla, desidera solo infilare i suoi occhialini 3D per poter dire: “Ao, sembrava vero!”. Inserire una doppia lettura in un film di questo tipo sarebbe come chiedere al TG di Studio Aperto di fare informazione corretta ed imparziale: una contraddizione in termini.

Mi fermo qui: non vorrei svelare troppo della trama per non rovinarvi la sorpresa (che per inciso non c’è) quanto sottoporvi una riflessione che mi è giunta alla mente dopo la visione del film e aver letto dei ripetuti sbarchi profughi a Lampedusa.

All'uscita dal cinema mi sono ritrovato ad immaginare: e se la sfortunata Sandra Bullock, dopo essere saltata di qua, roteata di là, esplosa ripetutamente, alla fine fosse riuscita ad atterrare sulla terra e, convinta di essere oramai scampata al pericolo, si fosse ritrovata in Italia? Più precisamente a Roma?

Figuratevi la scena: grande impatto, esplosione, la capsula di atterraggio rimane miracolosamente intatta, sipre il portello, Sandra mette fuori la testa e, scorgendo in lontananza la cupola di San Pietro, realizza di trovarsi a Roma. Gaudio. Al che, sporca e malconcia ma felice di avercela fattainizia a chiedere aiuto ai passanti.

“Signorì, nun c’ho niente”, “Eeeeee, invece de lamentatte e chiede sòrdi, trovate un lavoro”. I cittadini, tutti molto affrettati, sembrano proprio non badare troppo a lei.

Stupita dal tono delle risposte, dall’atteggiamento di noncuranza degli abitanti della città e, soprattutto, dal numero di buche dei marciapiedi ben più alto di quello dei crateri visti sulla luna, l’indomita Sandra prova a chiedere soccorso da un telefono pubblico: “Pronto 113? Ho bisogno d’aiuto, sono scesa dallo spazio, devo tornare a Hollywood…” “Signorina, guardi, non abbiamo tempo da perdere, rimanga lì, le mando l’ambulanza per un ricovero coatto in un centro di igiene mentale”.

Incredula, lnostra eroina riappende la cornetta e capisce che, come nello spazio, dovrà cavarsela da sola. Decide di recarsi alla più vicina fermata della metropolitana per cercare di raggiungere l’ambasciata del suo paese così, dopo aver percorso a piedi chilometri di strade invase da automobilisti bloccati nel traffico che, quando la vedono arrivare, iniziano a scuotere la testa in segno di disprezzo e a far segno di no con il dito, finalmente giunge a destinazione.

Fermata della metropolitana “C”. Un cartello. Lavori in corso.

Un altro passante:
“Signorì, guardi, lo scavo c’è. Da anni. Se vuole sbrigarsi le conviene inzià a annà a piedi”. 

La nostra eroina è sconfortata.

Il passante, notate le lacrime copiose che quella donna straniera ha iniziato a versare, si muove a compassione e le indica il più vicino Commissariato. Piena di gratitudine, Sandra ricomincia a sperare e, ritrovata di colpo l’energiasi precipita verso l’Autorità di Polizia che finalmente la farà ritornare a casa sana e salva. Ormai è notte fonda.

“What?!? Signorì qui nun parlamo inglese. Deve andà in Questura centrale. Lì c’hanno i moduli in lingua. Comunque deve avè un documento con lei: che è sta storia che viaggia senza un passaporto? Nun me faccia vedè ste cose che la prossima volta la devo portà all’Ufficio Stranieri pe’ identificarla e poi so’ rogne”.

Sono passate ore dall’atterraggio e Sandra non ha concluso nulla di buono. Ha solo capito chiaramente una cosa: l’Italia è sicuramente un posto più affollato dello spazio, ma non per questo è un posto accogliente con chi arriva da lontano. Non è che ti arrestano, però nemmeno ti ospitano, tanto meno sono interessati a sapere perché ti trovi lì. Semplicemente non ti considerano.

Mentre affranta riflette sulla sfortuna che continua a perseguitarla dopo il dramma vissuto nei cieli, di colpo ha un’illuminazione: si avvia risoluta presso una pompa di benzina e, decisa a cambiare il suo destino avverso, punta un coltello alla gola del gestore e ruba una tanica di carburante, poi raggiunge di nuovo la sua navicella, ricarica il serbatoio e decolla velocemente. Rotta su Saturno. Se possibile anche più in là.

Mentre si allontana nell’atmosfera e vede lo stivale impicciolirsi, nota a largo delle coste del mare del sud un’imbarcazione rovesciata e un copioso numero di persone che si agitano in acqua mentre cercano di rimanere a galla nella speranza di essere salvati e di entrare in Italia.

"Se solo sapessero quello che li aspetta...", pensa amara, mentre davanti ai suoi occhi si iniziano ad intravedere gli anelli di Saturno. E' fatta, finalmente al sicuro.

Ché puoi volare nello spazio, superare pericolose tempeste di detriti, saltare da un satellite orbitante all’altro, imparare a pilotare un’astronave in pochi minuti, perfino riuscire ad atterrare sulla terra attraversando l’atmosfera senza prender fuoco, ma se poi il destino decide di farti atterrare in Italia, allora devi arrenderti: alcune sventure sono inaffrontabili persino per i supereroi.



martedì 1 ottobre 2013

LA CRISI E I MATRIMONI IMPROBABILI

Di fronte ad eventi epocali non posso esimermi dal tornare a disquisire sull’andazzo quantomeno originale del nostro amato stivale.

Non riesco a togliermi dai pensieri che il nostro paese si stia rifondando sotto il segno di coppie fino a ieri inimmaginabili ma che adesso sembrano sbocciare come germogli primaverili fuori stagione.

Il pensiero mi è balenato leggendo di Domenico Quirico, il giornalista rapito in Siria sei mesi fa e fortunatamente rientrato in Patria. Il già tanto provato Domenico, pensando di ritrovare finalmente i suoi rassicuranti punti di riferimento, è atterrato in Italia e si è trovato di fronte ad un’inedita coppia fresca di matrimonio ma già talmente in crisi da suscitare nel povero giornalista uno scoramento più grande di quello provato durante la prigionia.

No, non sto parlando di Belen e Stefano De Martino né tantomeno di Albano e della Lecciso, ma di Enrico Letta e Angelino Alfanouna coppia peggio assortita delle prime due (anche se, almeno per quest’ultimaabbiamo il vantaggio che non potrà riprodursi in modo naturale).

La neo-coppia politica stride, se possibile, ancor più di quella formata da Corinne Clery e dal suo baby fidanzato in Pechino Express, con la differenza che se l’attempata Corinne è riuscita a sfogare le sue frustrazioni e le sue isterie riempiendo di schiaffi e urla il suo toyboyil flemmatico Enricuccio ha potuto in questi mesi al massimo accennare nei confronti di Angelino qualche esclamazione di risentimento sulla scorta di un “per dindirindina”, pena la caduta del suo Governo che, nonostante tutta questa prudenza, alla fine è caduto comunque.

Tifando per l’Italia, cosa possiamo augurare a questi due? Che si lascino per sempre? Che ritornino insieme e aprano un bed&breakfast rinunciando entrambi alle smanie da leader che tante ansie gli (e ci) provocano?

E se Quirico, spaventato da cotanta confusione politicaavesse acceso la radio per rilassarsi e si fosse imbattuto nell’indubbia originalità dell’inedito duo canterino formato da Laura Pausini e Kylie Minogue? Un po’ come se nello stesso piatto si servissero fettuccine al ragù con del sushi o come se si arredasse una villa ipermoderna tutta vetrate e cemento con dei mobili di arte povera e centrini fatti a mano: tanto è ruspante la Laura nazionale quanto delicata e porcellanosa la nanetta del pop. Eppure eccole là, insieme.

quando infine, il sempre più incredulo Domenico, avesse aperto un giornale di gossip trovandosi davanti alla sempreverde Canalis che ora si accompagna al comico arguto e pungente Maccio Capatonda? Lei, che bella è bella, ma arguta e divertente non è mai stata? Cosa avrebbe pensato il redivivo Quirico?

L’Italia, sempre più fuori di testa, sembra ormai invasa da coppie improbabili e intrinsecamente contraddittorie destinate a durare lo stesso tempo che ha impiegato il paese a dimenticare Lorena Bianchetti una volta scomparsa dai teleschermi: un paio di giorni.

Certo, esistono conseguenze e conseguenze: se non ci piace una canzoncina possiamo sempre non ascoltarla e, tutto sommato, se la Canalis si scocciasse di questo ennesimo fidanzato potremo certamente resistere aspettando che ci presenti il successivo, ma come si può sopravvivere al (certo, difficilmente prevedibile) divorzio di Angelino da Enricuccio?

Si, perchè questo matrimonio salva-paese parrebbe già finito e, infatti, subito dopo l’annuncio della loro separazione l’Italia è subito piombata nel caos: economia senza controllo, disoccupazione che aumentaParlamento che non legifera e talk show pieni di politici da strapazzo che si rinfacciano la colpa per tutto quello che si sarebbe potuto fare e che non si è fatto per responsabilità altrui.

Più o meno la stessa situazione in cui viviamo da 20 anni.

Prendiamone atto: se rimangono, crisi, se vanno via, crisi.

A questo punto, Enricuccio e Angelino, vista la vostra totale ininfluenza, lasciatevi pure con serenitàl’Italia ha bisogno di altro rispetto a questi matrimoni di interesse salva poltrone e padroni già condannati.

Solo una cosa: se veramente ci tenete tanto a questo paese, prima di dirvi addio definitivamente invece della legge elettorale (che chissà cosa sareste in grado di partorire stavoltaprovate a cambiare quella per le adozioni così magari potreste crearvi una bella famigliola tutta vostra: voi due, tanti bei bambini e lo zio Gianni (Letta) che viene a farvi visita la domenica e poi, tutti insieme, andreste a trovare nonno Silvio e la sua giovane compagna a casa loro portandogli una torta.

Si, a casa, perché in un paese civile un signore condannato perché ha frodato lo stato, per quanto vecchietto, è lì che deve stare senza poter uscire, a casa.

Possibilmente a guardare Pomeriggio 5, così che sia veramente una punizione.