martedì 11 dicembre 2012

PONTIFEX. IL FUTURO SBARCA IN VATICANO.

Stavolta ci siamo. La Chiesa esce dalla sua secolare chiusura e scende tra i mortali. Le alte schiere clericali decidono di comprendere il punto di vista del mondo che vive, lavora e fa l'amore all'esterno alle mura vaticane, chè anche all'interno lo fanno ma in modo diverso, un pò più nascosto.

In ogni caso i Cardinali consiglieri del Papa hanno compreso che se non vogliono perdere ulteriormente l'affetto dei credenti devono fare un bagno di umiltà e porsi dal punto di vista della gente comune.

E cosa hanno pensato di fare? Come hanno deciso di muoversi per intercettare il consenso perduto?

Hanno finalmente avallato l'utilizzo del preservativo nei rapporti sessuali? Di più. Hanno accettato i sollazzi prematrimoniali? Molto di più. Hanno deciso di sdoganare la figura della donna nell'ordine ecclesiastico? Molto, ma molto di più.

Lo sbarco nell'era contemporanea della Chiesa va assai oltre tutte queste ipotesi fantapolitiche: il Papa si svecchia sbarcando su Twitter!

Avete capito bene: Papa Benedetto XVI, anche noto come PAPARATZI (dalla canzone che in privato si vocifera lui adori e balli spesso) si è creato il suo account su Twitter e da oggi, digitando il nome utente @pontifex, si potrà inviargli messaggi, chiedergli consigli,  porgli domande ed ogni tipo di curiosità riguardanti la sua vita privata e la Chiesa.

Un successo immediato: followers in crescita al ritmo di 7000 al secondo, per un totale di più di 600.000 in pochissimi giorni. Un'enormità. Più dell'ex-velina Melissa Satta, che rimane pur sempre un metro di popolarità a cui rapportarsi e che però posta messaggi di spessore un pò minore rispetto alle questioni esistenziali e religiose, tipo la palestra o le sue nuove calzature... Per quanto anche Benny the 16th ne avrebbe di scarpe e babbucce da fotografare e postare.

In ogni caso Benedetto è divenuto a tutti gli effetti una Twitstar.

Twitter è un social network a suo modo estremamente snob, non è una chat tipo botta-risposta, quanto piuttosto un'enorme bacheca virtuale più lunga del rotolone di carta igienica della nota pubblicità, che consente agli utenti interessati ad una persona di poterla seguire cliccando sul suo account, senza che necessariamente quest'ultima debba contraccambiare.

E su questo meccanismo di social il Vaticano si è illuminato: poteva il Papa perdere una simile occasione per spazzare via in un sol colpo la polvere depositata sulle sue vesti barocche e obsolete?

Se però Melissa Satta ogni tanto risponde ai suoi seguaci (magari a monosillabi e con molti errori ortografici) il Papa su Twitter riconferma una sua peculiare tendenza all'empatia ed al dialogo pari a quella di un'insalatiera dell'Ikea: Sua Santità infatti non ha ancora twittato un solo pensiero, una foto osè, una battuta scorretta, nulla. Si dice che inizierà dal 12 dicembre. Ma il non twittare, cosí come lo scegliere di non seguire nessun utente,  paradossalmente svela molto di più. 

Che la Chiesa Cattolica fosse autoreferenziale ne avevamo già sentore, ma ora che il silente account del Papa ha scelto di seguire solamente 7 utenti twitter che sono poi i suoi vari account in diverse lingue, ne abbiamo avuto la conferma definitiva. Avete capito bene: si segue da solo, se la canta e se la suona, un pò come se il Papa.it seguisse il Papa.fr per vedere se il suo alter ego francese ha qualcosa di curioso da dire.

Si capisce subito che con un'impostazione così 'chiusa' twitter è manna dal cielo per il Vaticano perchè di fatto già di suo riproduce il rapporto tra la Chiesa Cattolica e i suoi fedeli: un legame a senso unico nel quale chi 'comanda' si esprime su tutto ció che desidera e i suoi seguaci si limitano a prendere atto delle sue idee anche quando piuttosto originali e bislacche.

Per carità, mi auguro di sbagliare, ma ho come l'idea che questa twitterizzazione del vaticano sarà un'altra occasione mancata per avvicinarsi alla vita vera dei cattolici di tutto il mondo che vedranno le loro domande cadere nel vuoto, soprattutto se scomode.

Comunque ai seguaci (tantissimi) della Chiesa Cattolica spesso non interessa poi tanto avere risposte precise e logicamente motivate e in fondo, come tutto nella vita, se ci credi e sei felice tu, va bene così.

Questo tipo di affiliazione incondizionata e priva di interrogativi è conosciuta dai più come FEDE. Più recentemente la stessa fervente adesione, contraddistinta da manifestazioni di accettazione incondizionata  del verbo, si è palesata anche sotto nuove forme di culto e di aggregazione delle quali la più nota ha poi preso il nome di BERLUSCONISMO.




lunedì 12 novembre 2012

FA PIANGERE DI PIU' MARIA O UNA CIPOLLA?


C’è un evento che ultimamente accomuna le persone in vista e di successo in Italia e nel mondo: una evidente propensione alla lacrima facile. Quante ne abbiamo viste solo negli ultimi tempi? Robocop Fornero che esplode in pianto prima di annunciare l’ennesima stangata ai cittadini, Vendola che scoppia in lacrime all’annuncio della sua innocenza, Obama che singhiozza di fronte al suo staff per la sua rielezione e la solita Lorena Bianchetti che si commuove e ringrazia tra i singhiozzi “San Vaticano Tutto” ogni volta che, miracolosamente, si rinnova il suo contratto Rai.

Vabbè di quest’ultimo sfogo taumaturgico non ci sono prove visive ma è più che lecito pensare che accada. Se poi volete analizzare il capello, potreste anche dirmi che la Bianchetti non è riconducibile al gruppo delle persone cosiddette di successo. Avreste anche ragione, ma non posso esimermi dal nominarla almeno una volta per blog: un fenomeno del genere (in senso buono ovviamente) merita tutta la visibilità e il sostegno possibile.


Tornando all’argomento lacrima facile, la sostanza non cambia: nel mondo, ma soprattutto in Italia, si piange a mo di diluvio universale.

I talent show, ad esempio, da noi li vince sempre chi piange o chi ha avuto una vita segnata dai dolori e, se ci pensate un attimo, l’unico programma tv che negli anni non sembra conoscere cali di ascolti non è forse ‘C’è Posta Per Te’, format dove non è che si rida a crepapelle? Perfino in politica c’è chi piangendo per anni, continuando ad asserire di essere un perseguitato politico, è riuscito a tirare a picco l’intero paese verso quella che è, a tutti gli effetti, una valle di lacrime.

Insomma, il modello vincente e di successo in Italia non funziona, si finisce per andare subito sulle balle a tutti quanti: se vuoi piacere devi soffrire il più possibile e chi ha compreso l’assioma e vuole avere un riscontro popolare, attinge a piene mani dalle proprie sacche lacrimali: il pianto (ad hoc) pare piacere più dell’intelligenza, della risolutezza e della determinazione.



Se piangi a dovere, che tu sia un politico o un presentatore TV, hai già vinto in partenza. Maria De Filippi, donna scaltra ed intelligente, troppo furba per essere credibile nel ruolo di vittima, ha ben pensato di costruire un impero sulla lacrima altrui, quella dei suoi concorrenti/ospiti, che provoca a sua volta quella dei suoi telespettatori e, in un secondo tempo, quella delle persone intelligenti che si disperano scoraggiati alla lettura dei dati di ascolto milionari dei suoi show spazzatura. Maria, da sempre in odore di santità, ancora non divide le acque, ma è in grado di creare dei veri mari a base di lacrime amare.

Io devo ammettere che, a parte in alcuni casi veramente struggenti, non ho mai trovato molta soddisfazione nel piangere e il vederlo fare spudoratamente, anzi, mi indispone. Ovviamente ciò non vale per la lacrima che arriva  da un battuto di cipolla che anticipa un buon risotto ai funghi porcini. Ecco, quella, secondo me, è l’unica lacrima che più ce n'è meglio è. Per il resto sarebbe preferibile centellinare e riservare il pianto a momenti meno pubblici, arrivo a dire perfino che sarebbe auspicabile piangere senza telecamere intorno. Ma io sono all'antica e non faccio molto testo a riguardo.

Ora che ci penso, c'è invece un altro pianto che vedrei con gran piacere: quello all’unisono di tutti gli italiani commossi alla notizia che il Monti nazionale, in preda ad uno scatto di orgoglio, ha finalmente deciso di far pagare l’IMU alla Chiesa Cattolica nei modi e nella misura in cui la pagano tutti i cittadini di questo paese.

Certo, qui entriamo nell’ambito di quei fatti al limite della fantascienza, quelli di cui si occupa Giacobbo a Voyager e che in linea di massima si verificano con la stessa periodicità delle glaciazioni. Solo che leggevo proprio qualche giorno fa che la temperatura del pianeta non è mai stata così calda come adesso e quindi è più che lecito immaginare che per vedere una Chiesa contribuente bisognerà aspettare almeno fino alla prossima era glaciale.

Ed ho un vago sospetto che quella notizia sulle glaciazioni devono averla letta anche in Vaticano, perchè tutti i preti che incontro ogni giorno intorno alle mura pontificie sorridono sempre spensierati. E di gusto.




mercoledì 24 ottobre 2012

I SOLLAZZI DI LORENA BIANCHETTI.

Capita di imbattersi in circostanze che ti fanno rendere conto di quando variegata e poco inscatolabile sia la nostra esistenza.

Non per darmi un tono, ma pochi giorni fa ho assistito ad un concerto di musica Jazz, una di quelle esibizioni molto chic ed “alte”  che si svolgeva all’interno di una Chiesa antica di Roma ignota ai più fino a quel momento. E anche dopo per la verità, visto che ad ascoltare l'eccelso trio di maestri eravamo non più di 15 paganti, un vero peccato dato che i tre ci sapevano fare sul serio  e scivolavano via di brano in brano con tanta scioltezza e talento che nemmeno Sara Tommasi da un letto all’altro.

La vera sorpresa della serata però è stato l’incontro con l’organizzatrice del concerto, una signora molto curata,  non più in età verde ma assai vivace e soprattutto preparatissima in materia di arte, la quale, accogliendoci all’ingresso, ci ha introdotti ad un suo prossimo evento teatrale legato a Jean Jacques Rousseau.

La signora parlava di Jean Jacques come fosse il suo migliore amico di sempre, un suo contemporaneo, uno con cui cinque minuti prima aveva preso un tè. Ovviamente, nonostante la mia radicata ignoranza, avevo la certezza che il povero Jean Jacques fosse già dipartito da un bel po’ e, in virtù di questo, mi chiedevo piuttosto se lei ne avesse avuto contezza. Ovviamente si. Anzi, lo spettacolo sul defunto era stato da lei organizzato proprio per commemorarne il tricentenario della nascita.

Di più. La Signora si diceva assai risentita del fatto che per la festosa occasione nessuno avesse organizzato celebrazioni in pompa magna. Infervorata è il termine più appropriato: parlava di Rousseau con un trasporto ed un entusiasmo tali, che  per un attimo ho temuto potesse provare un orgasmo lì nella hall del teatro.

Ammettiamolo, uno ha anche cose più importanti da pensare nel quotidiano e non è che io sia di quelli molto portati per le ricorrenze, ma la Signora era così scandalizzata di come Jean Jacques fosse stato incredibilmente dimenticato e così felice di potergli dedicare uno spettacolo, che mi ha fatto riflettere sul fatto che nella vita  ognuno c’ha le sue passioni e si crea i suoi sollazzi. E che sono insindacabili.

C'è chi stravede per Rousseau allo stesso modo in cui altri impazziscono per Gigi D’alessio o per Vittorio Emanuele di Savoia che conduce Pechino Express. Sono gusti. Ora, io a Vittorio Emanuele non farei condurre nemmeno un taxi, però sono punti di vista. Ognuno ricava piacere da ciò che più lo aggrada, anche quando ad alcuni può sembrare assurdo. Se a me Gigi D’Alessio può provocare al massimo un senso di repulsione, ad altri evidentemente no. Non chiedetemi perché o per come, ma è così.

Io stravedo per la zuppa di cereali e legumi tanto che non riesco a fermarmi finchè non la vedo finire, così come invece la Polverini si esalta e non distingue più i sensi unici quando si tratta di correre ad acquistare un bel paio di scarpe di marca. Sono passioni diverse eppure entrambe danno appagamento a chi le prova.

Formigoni si sente realizzato se indossa improbabili camicie multicolor? Lasciamo pure che le metta. D’alema gode nell’andare in TV a parlare male di Renzi facendolo diventare via via più simpatico a tutti? Che continui allora. Lilli Gruber si vede tanto più bella quanto la sua bocca diventa più gonfia? Che si gonfi pure finchè può. Daniela Santanchè gode nell’esprimere giudizi definitivi su qualsiasi questione le venga sottoposta senza saperne praticamente nulla? C’è libertà di parola. Purtroppo.

Le cose che ci provocano piacere sono inspiegabili e personalissime.

Una volta conosciuta una Signora che impazzisce per Rousseau sono disposto a credere che per ognuno di noi, anche la persona all’apparenza più mite e contenuta, esista qualcosa o qualcuno che lo possa mandar fuori di senno. In senso positivo intendo. 

Solo di un tipo di piacere ancora non ho avuto riscontro: non ho mai incontrato nessuno che provi un qualche sollazzo a guardare un programma condotto da Lorena Bianchetti. Eppure lei continua a farli, quindi un qualcuno che brami per avere un suo autografo ci dovrà pur essere da qualche parte.

Un po’ come la questione degli UFO o il miracolo di San Gennaro: se ne sente parlare tanto  ma se poi vai ad indagare non trovi mai nessuno che abbia veramente visto con i suoi occhi né un’astronave né il famoso sangue che si liquefà ogni anno nello stesso periodo puntuale come solo il Festival di Sanremo.

Io, nel mio piccolo e per amore della scoperta scientifica, continuerò a cercare un essere umano in carne ed ossa (possibilmente non vestito con una gonna color rosso cardinalizio e residente in area vaticana) che sia pronto a giurarmi di provare sollazzo alla visione della Bianchetti in TV. Questa sarà la mia missione nei prossimi mesi. Lo giuro.

Ma già da ora so di aver scelto una sfida improba e temo che sarebbe assai più facile che mi si palesasse davanti un E.T. verdastro anche lui curioso di sapere notizie  della famosa ampolla di San Gennaro, piuttosto che trovare qualcuno sognante davanti alla TV alla vista della Bianchetti mentre conduce uno dei suoi coraggiosi talk show del pomeriggio.

A meno che non mi imbatta nella Bianchetti stessa mentre si riguarda una sua registrazione. Ma ho come l’idea che anche lei a quell’ora preferisca sollazzarsi guardando Beautiful.

lunedì 17 settembre 2012

IL VIP PER TESTIMONIAL: UN SUCCESSO SICURO.

Va anche detto che io tanto normale non sono se nella mia testa si susseguono pensieri di questo tipo, ma da alcuni mesi a questa parte, dopo aver visto che Elisabetta Canalis era stata scelta come testimonial della "settimana del cervello" con tanto di paginone sul corriere della sera, non riesco a fare a meno di pensare al ruolo centrale dei VIP nell'accreditare presso il pubblico la validità di un prodotto o di un'iniziativa benefica.

Magari gli intenti erano pure lodevoli, ma leggere nella stessa pagina Elisabetta Canalis e settimana del cervello crea una sorta di disturbo/inquietudine che nemmeno mi soffermo a spiegare. Ovviamente non si parlava del cervello relativamente alle sue capacità intellettive, ma della prevenzione di alcune patologie che potrebbero riguardarlo. Ma l'effetto finale non cambia.

Di seguito mi preme segnalare una serie di lodevoli iniziative e di relativi VIP scelti in virtù dello loro acclarate attitudini, da tenere in considerazione negli eventuali spot pensati per sensibilizzare noi cialtroni spesso troppo disattenti alle questioni veramente importanti.

LA SETTIMANA DELLE MOGLI FIERE DEL PROPRIO MARITO
Veronica Lario in Berlusconi (Testimonial ideale. Si sta trattando per farla uscire di casa senza burqa)

SETTIMANA DEI DIRITTI DEI TRANS
Pamela Prati. (Il suo corpo, bellissimo, parla da solo. Anche la faccia però)

SETTIMANA DELLA PREVENZIONE DEL MELANOMA ALLA PELLE
Carlo Conti. (Riprese dello spot su fondo rigorosamente bianco. Per contrasto lui si dovrebbe poter vedere)

SETTIMANA DELL'ATTORE (METODO STRASBERG)
Manuela Arcuri. (Manuelona reciterà alcuni passaggi dell'Iliade con la stessa intensità con cui recita nelle fiction TV)

SETTIMANA DELL'ATTORE SOCIALMENTE IMPEGNATO
Edoardo Costa (Già scritturato. Bisogna solo attendere che esca di galera..)

LA SETTIMANA DEL RAZIOCINIO SOFISTA
Umberto Bossi (Nello spot spiegherà, ruttando a modo suo, i punti nodali nella dottrina di Platone)

LA SETTIMANA DELLA LOTTA ALLA MAFIA
Giulio Andreotti (Inizio previsto delle riprese dello spot 2043, prima ha troppi impegni)

LA SETTIMANA DELLA TV EDUCATIVA
Maria De Filippi (Perchè il  pubblico cresca consapevole e con una sana coscienza critica)

LA SETTIMANA "RITROVIAMO LA BUONA EDUCAZIONE"
Vittorio Sgarbi (Se si riesce a girare lo spot: Vittoriuccio continua ad insultare i cameraman "capre! capre! capre!..")

LA SETTIMANA DELL'ORIGINALITA'
Lady Gaga (La star chiederà consiglio a Madonna su cosa dire, come vestirsi..)

LA SETTIMANA DELL'UOMO VERO
Michelle Obama (Nello spot indosserà un cappello di carta come i veri muratori e si vedrà mentre sistema il muro di cinta della Casa Bianca. Vince su Emma Marrone, fino all'ultimo in lizza per il ruolo)

LA SETTIMANA DEL "COMBATTIAMO INSIEME LA DEPRESSIONE"
Gard Lerner (Frizzante come sempre, nello spot si produrrà in alcune riuscite barzellette)

LA SETTIMANA DELLA BRILLANTEZZA INTELLETTUALE
Maurizio Gasparri (Nello spot reca in mano una copia del Sudoku facilitato per bambini e dichiara alla camera: "anch'io allenandomi l'ho completato! Esercitati anche tu!")

LA SETTIMANA DEL "RISCOPRIAMO LA SIMPATIA A PRIMA PELLE"
Massimo Giletti (Sul set continui stop alle riprese per le continue battute esileranti del noto conduttore)

LA SETTIMANA DEL GIORNALISMO D'ASSALTO
Bruno Vespa (E le sue domande scomode: a che ora va a letto Presidente? Cosa legge nei momenti liberi? Prende l'aspirina o il medicinale equivalente che costa meno?)

LA SETTIMANA "RITROVIAMO LE PERSONE SCOMPARSE"
Arianna David (Se riesce ad arrivare sul set dello spot perchè non la fanno passare quelli della security: non la riconoscono)

LA SETTIMANA DEL RECICLO ECOCOMPATIBILE
Fabio Volo (Per l'occasione mostrerà il processo di recupero della carta straccia utilizzando alcuni dei suoi libri più noti)

LA SETTIMANA DEL "METTIAMO VIA GLI PSICOFARMACI IN ECCESSO"
Loredana Bertè (Ma è in ritardo, sembra sia finita sul set sbagliato e per andar via pretenda di cantare tutti i suoi successi)

LA SETTIMANA DELLA BUONA POLITICA
Nicole Minetti (Nello spot la Consigliera illustrerà tutte le iniziative di cui si è fatta portatrice durante il suo mandato. La sfida sta nel catturare l'attenzione dello spettatore in un secondo di spot)

LA SETTIMANA DELLA COMPETENZA NEL PROPRIO LAVORO
A turno tutti i poltronati di Montecitorio.

LA SETTIMANA DEL BURLESQUE
Rita Levi Montalcini (Perchè sa il fatto suo e potrebbe stupire)

LA SETTIMANA CONTRO LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO MINORILE
Antonella Clerici (Circondata dai bambini cantanti del suo programma in atteggiamento felice. Ma, per coerenza, solamente quelli che non sono sotto psicofarmaci)

LA SETTIMANA DEL "RITROVIAMO LA FEDE CRISTIANA"
Margherita Hack (Nello spot mostra una cartina dell'universo e col suo ghigno ci rassicura che tutto ciò l'ha creato Dio in 7 giorni. Lo spot finisce un secondo prima che scoppi a ridere)

LA SETTIMANA DEL "RITROVIAMO IL PIACERE DI OZIARE"
Lorella Cuccarini (ma non riesce a girare lo spot: non trova un buco tra gli impegni in cui infilarlo)

Il gioco potrebbe andare avanti all'infinito: non mancano cause da sostenere nè testimonial idonei a cui affidarle. Se avete idee in proposito..



giovedì 6 settembre 2012

IL DRAMMA DELL'ADDIO DI RIDGE A BEAUTIFUL.

Una delle notizie di cui si è parlato di più negli ultimi giorni è sicuramente l’addio di Ronn Moss, alias Ridge Forrester, al set di Beautiful.

Righe e righe di quotidiani dedicate all’addio più sentito dai tempi del lutto per la dipartita di Giovanni Paolo II, il quale, anche se era un po’ meno famoso di Ridge, ha avuto con quest’ultimo non pochi punti in comune: vestiti inguardabili entrambi (uno li metteva, l’altro li disegnava) il fatto di aver vissuto i drammi privati davanti agli occhi attenti di tutto il mondo (tutti e due all’ora di pranzo, uno tutti i giorni prima della De Filippi e l’altro solo la domenica dopo linea verde, ma comunque entrambi in TV con un appuntamento fisso che ha tenuto incollati per anni milioni di fedeli) e, appunto, un saluto finale commentato ovunque sui media.

Certo, l’addio di Giovanni Paolo II ha toccato le persone più intimamente di quello di Ridge Forrester, ma solo perché nel caso di Ron Moss il dolore è mitigato dal fatto che nelle fiction più di una volta si è assistito alla resurrezione di personaggi dati ormai per spacciati, mentre nell'ambito ecclesiastico, a parte quella del primo, l'originale, non si ricordano episodi eclatanti di ricomparsa di Papi o Cardinali noti al grande pubblico e trapassati a miglior vita.

Ad esempio, mia nonna seguiva Sentieri e la protagonista, Reva, era una delle sue eroine. Memorabile fu l’escamotage inventato per farla rientrare nella soap dopo il suo abbandono: venne fatta clonare da alcune sue cellule sopravvissute alla sua morte e fatta velocemente tornare alla sua età effettiva attraverso avanzatissime procedure di sviluppo accelerato, roba da far sembrare Star Trek una serie TV sui problemi del caro spesa.

Quindi signore non disperate: l'uomo che ha un ferro da stiro al posto della mascella potrà sicuramente ritornare a dare il suo notevole contributo recitativo alla storica soap.

Ma siccome di sola speranza non si vive, le fan di Beautiful hanno comunque inondato il web e i giornali di proteste: come è possibile che Ronn Moss abbandoni la soap? Che senso ha continuare Beautiful senza Ridge? Sarebbe come il Maurizio Costanzo Show senza Maurizio Costanzo, come le ricette di Benedetta Parodi senza i surgelati, come i pomeriggi di Barbara D’Urso senza uno straccio di omicidio di minori da trattare, come il Festival di Sanremo senza musica. Ok, quest’ultimo è già così.

Il vero dramma però, quello ancora ignoto al grande pubblico, si sta verificando sul set della soap.

Sembra infatti che i colleghi di Ridge si ritrovino alquanto spaesati dopo il suo abbandono. Mi riferisco soprattutto a Brooke Logan, già trattata ampiamente in questo Blog in qualità di “zoccola per bene” ed ora in estrema difficoltà quando è il momento di registrare le sue scene.

La poveretta, da un ventennio abituata a girare avendo in controcampo Ronn Moss che la fissa, sembra non sappia adattarsi ai nuovi partners di lavoro: fino ad oggi la sventurata poteva recitare con convinzione qualsiasi battuta, anche la più insensata mai scritta tipo “Ridge, sono incinta di mia figlia adottiva!” perchè era sicura di non ottenere la benché minima reazione leggibile sul volto di Ronn, primo perché il mascellone non è mai stato un attorone da Oscar, secondo perché è molto probabile che lo stesso non riuscisse a comprenderne esattamente il senso e quindi, nel dubbio, si era limitato per anni a fissarla senza lasciar trasparire alcuna emozione. Ma adesso è scompiglio.

I suoi attuali partners rispondono alle sue battute, ci mettono l'intenzione, hanno una reazione e sembra che la povera Katherine, realizzando all'improvviso l'assurdità e le sciocchezze che per anni gli sceneggiatori hanno fatto dire al suo personaggio, sia spesso esplosa in un pianto isterico. Si sentirebbe persa, mancante del suo punto di riferimento. E' normale.

I produttori, spaventati per l’andamento delle riprese, hanno cercato di sostituire Ridge nei controcampi con qualcuno che metta Brooke a proprio agio: dapprima un cartonato, poi uno scaffale e in ultimo una scrivania, ma nulla, la poveretta riesce comunque a trovare barlumi di reazioni anche in un cassetto che si apre, in un riflesso di luce sul cartonato, cose che con il vero Ronn Moss non sarebbero mai accadute. Lui era rimasto per vent'anni  imperturbabile e impassibile qualsiasi circostanza si stesse verificando intorno a lui: un funerale, una nascita, che gli sparassero o lo baciassero, sempre uguale, un blocco di marmo.

La soap a questo punto rischia grosso: di certo non sopravviverebbe anche  all’addio di Brooke e quindi ho deciso di utilizzare questo blog per unirmi all'appello che tutti i telespettatori di Beautiful orfani del torsolone inespressivo stanno indirizzando alla CBS: produttori, riassumete Ridge! Dategli gli aumenti che vuole, soddisfate i suoi capricci e le sue richieste, ma riprendetelo! E, già che ci siete, aggiungete al nuovo contratto anche un buon coach di recitazione.

Insomma, fate il possibile per far sopravvivere la soap, perché nella sua bruttezza è una di quelle cose che danno certezze allo spettatore, che lo rassicurano. Dopo la dipartita di Mike Bongiorno, rimane solo Pippo Baudo (e ancora per poco) a dare un senso di continuità allo spettatore medio italiano. Con Beautiful in onda tutti i giorni invece, noi possiamo continuare a sperare che nulla cambi: Ridge e Brooke sopravvivono da sempre a tutto: incendi, dirottamenti aerei, sbarchi alieni, perfino ai matrimoni. Loro sono sempre lì, immutabili nelle loro idee e nei loro volti proprio come solo i veri stolti sanno essere.

Tu torni a casa e anche se non hai seguito le loro gesta per mesi, riaccendi la TV e in 20 secondi ricolleghi tutto perché tanto sono sempre loro, sempre lo stesso giro di parenti e di accoppiamenti, di dialoghi surreali ed insulsi e proprio per questo esilaranti.

Toglierceli significa farci rinunciare a dei volti amici, a gente che per anni è venuta a prendere il caffè a casa nostra dopo pranzo. Quasi dei parenti. Con un evidente vantaggio rispetto ai parenti veri: questi si fermano solo un quarto d'ora al giorno e quando non li sopporti più, puoi farli sparire spegnendo il televisore. Provate a fare lo stesso con vostra suocera.

venerdì 31 agosto 2012

LA CACCA, UN NUOVO METRO DI DEMOCRAZIA

Eccoci tornati dopo le brevissime ma alquanto calde ferie estive, pronti a trattare ancora di argomenti fondamentali per la crescita della coscienza sociale di questo paese. Una volta per tutte: la mia mission è portare consapevolezza nei lettori affinchè possano guardare al mondo circostante con occhi nuovi e con un'apertura mentale a loro prima ignota.

Ed in virtù di cotanta ambizione culturale mi accingo a riaprire i nostri appuntamenti trattando di un elemento che ci accomuna tutti, grandi e piccoli, uomini e donne, principi e plebe, cantanti e Gigi D'alessio: LA CACCA.

Non voglio essere gratuitamente provocatorio o inopportuno. C'è una ragione reale per cui ho deciso di riaprire i battenti con un argomento alquanto fumoso e maleodorante: quest'estate, per la prima volta nella mia vita, sono andato in campeggio e un mondo si è svelato a me, povero mortale eterno ricercatore del water perfetto.

Mi spiego.

A casa nostra, dentro le mura domestiche, fare la cacca è uno dei pochi momenti intimi e di rilassamento che  ci  rimane: esiste qualcosa di più appagante dello scappare in bagno a casa tua quando non puoi più trattenerti ed uscirne completamente rinato?

Perchè, parliamoci chiaro, fondamentalmente il motivo principale per cui molti di noi evitano di andare in campeggio è sì la scomodità di un giaciglio improvvisato dentro una tenda altezza Ministro Brunetta in ginocchio, ma soprattutto scoraggia l'idea di dover andare in bagno in un posto poco ospitale e di doverlo condividere con degli emeriti sconosciuti.


Sono andato in campeggio piuttosto agitato all'idea di ritrovarmi in dei bagni poco "privati". Nella mia mente mille domande: e se ci fossero solo turche? Tutti dicono che la turca è più igienica semplicemente perchè l'hanno provata una sola volta nella loro vita a quindici anni in una gita alquanto divertente. Nella realtà avete mai provato a stare in equilibrio su una turca pulita l'ultima volta negli anni 90, senza appoggi, aspettando il momento fatidico, cercando di non far toccare i pantaloni a terra ma, nel frattempo, di tenerli abbastanza giù in modo da non lasciarci dei ricordini dentro? Roba da giochi senza frontiere..

E poi le turche saranno anche igieniche (?!?) ma lo spettacolo che ti si presenta quando entri e vedi quelle sgommate stile formula 1 che l'autodromo di Monza al confronto è un prato verde delle Dolomiti, tutto ti ti fa venire in mente tranne che di metterti là sopra in posizione finto-seduta per contribuire all'insolita scultura.

C'era gente, quando ho fatto il militare (e quindi parlo a ragion veduta) che aveva brevettato il metodo sedia rovesciata di lato: bisognava girare la sedia, sedersi sulle sue gambe e centrare da quella posizione il foro della turca. Ovviamente non vi dico lo stato delle sedie dal lato su cui appoggiavano, sedie che venivano puntualmente riposte sotto i tavoli da cui erano state prese in prestito. Ho i brividi ancora oggi.

Comunque, giunti al campeggio mi rincuoro prendendo atto che i bagni ci sono e sono puliti. Casotti con un corridoio in mezzo, in cui da un lato ci sono delle salette contigue, ognuna col suo lavabo e col suo water, attrezzate con la carta, l'appendi oggetti, lo specchio e la presa per la barba. Dall'altro lato ancora stanzette con docce e spogliatoio.

Nonostante non ci sia il bidè, mi sono detto, farò tante docce e tutto andrà per il meglio.

Ovviamente non avevo considerato una cosa fondamentale che quando sei a casa tua neanche noti: i rumori.

In bagnetti tanto attaccati, separati solamente da paretine di formica aperte sotto e sopra, riesci a sentire anche se il tuo vicino di evacuazione sta pensando cose allegre o cose tristi, figuriamoci tutto il resto.

Mi sono guardato attorno e ho realizzato: ho visto volti affranti, uomini entrare in bagno armati di sigarette e giornali, altri che nascondevano la carta igienica mentre si recavano alla toilette neanche fosse stata una copia di Di PiùTV, maschi adulti uscire scuotendo la testa in segno di  ennesimo fallimento. Ho visto, a Luglio inoltrato, donne chiaramente magre girare per il campeggio talmente gonfie che è lecito pensare che non andassero in bagno almeno dai primi di Giugno. 

E' stato un trauma. L'inibizione ha avuto la meglio già dal primo giorno nonostante i tentativi creativi di dissimulare ogni tipo di suono (acqua aperta a getto continuo, ipod acceso ovunque per avere musica ad alto volume, ecc...).

Mi sono consolato pensando che tutti eravamo nella stessa barca. Una barca gonfia, molto gonfia.

Poi però mi sono imbattuto nell'essere (a me prima ignoto) scientificamente riconosciuto come il "campeggiatore disinibitum", un individuo di sesso maschile, adepto del campeggio, del tutto a suo agio ed indifferente a qualsiasi cosa gli accada intorno. Perfino in bagno.

Mentre io ero là che timidamente tentavo l'operazione sgonfiamento senza successo, lui era nel bagno a fianco che sospirava beatamente come quelli che si stanno stirando le membra appena alzati, ed ogni sospiro, giuro, arrivava subito dopo aver piazzato l'ennesimo sonoro scorreggione, non un rumore trattenuto a stento e scappato per disattenzione ma un vero e proprio tuono, un boato, talmente forte da arrivare anche nella spiaggia 700 metri più in là.

Non era un errore di valutazione il suo, era un piacere assolutamente voluto e goduto fino in fondo, senza inibizione alcuna e senza preoccuparsi minimamente del pensiero di chi poteva essergli intorno. Nel caso specifico, il sottoscritto. Ho iniziato a vergognarmi come se il concerto provenisse da me. Ho pensato: è ad un metro da me, ora uscirò e tutti penseranno che sia stato io a fare tutto 'sto casino, che figura di merda.

Opto per uscire il più velocemente possibile ed ovviamente il tizio esce esattamente nello stesso momento. Io, con l'aria imbarazzata senza poter far a meno di guardarlo per rendermi conto di che faccia potesse avere uno così, lui, totalmente indifferente al fatto che io fossi lì davanti a fissarlo, si massaggia la pancia e con aria trionfante entra nella porta della doccia.

Sapete cosa ho provato? Invidia. Uno così campa da Dio. Uno così fa quello che ha voglia di fare fregandosene di tutto il resto. Uno così va dritto verso la meta senza guardarsi mai alle spalle.

Ma, soprattutto, uno così non soffrirà mai di stipsi.

Alla fine pensandoci a mente fredda, comodamente seduto sul MIO water, credo che Totò avesse ragione solo in parte: che la livella ci renda tutti uguali è certamente vero ma, ahimè, è una consolazione assai magra quando si è già trapassati.

Il vero indice di democrazia, signori, è la cacca: alti o bassi, ricchi o poveri, intelligenti o stupidi, uomini o donne, seduti su di un water, siamo tutti miseramente umani e tremendamente uguali.

Non so a voi, ma a me, quando sono fermo in un autogrill, viene questo pensiero: immagino il ricchissimo Signor Benetton preso da un attacco di diarrea, che si ferma e di corsa va in bagno talmente affannato che solo dopo si accorge inorridito del terribile odore di pipì che proviene da quei bagni.

Ecco, mi basta questa idea e mi riconcilio con il mondo.

Sarà forse per il fatto che l'autogrill in questione è molto spesso il suo?

lunedì 16 luglio 2012

IL PRURITO INTIMO E LA CIONFA IN FIAMME NEGLI SPOT

Premessa: un uomo non è certo la persona più indicata per disquisire dei pruriti intimi e delle eventuali conseguenze che essi apportano alla vita della donna che ne è vittima perchè noi maschietti, al massimo, in caso di rodimenti nelle zone basse, ci si dà un disinvolto smucinamento pubblico, si aggiusta la posizione del nostro amico e il sollievo è immediato.

Per le donne deve essere assai più complicato. Può accadere che qualche regina di bon ton sia stata vista aggiustarsi le mutande sul di dietro mentre cammina, ma a memoria mi sfugge l'immagine di una donna che, magari al mercato la mattina seppur in mezzo alla folla, ha un tale prurito intimo che è costretta a grattarsi la cionfa in maniera frenetica per alleviare il fastidio.

E' probabile però che il sottoscritto sia poco attento, perchè sono giorni che continuo ad imbattermi nello spot che qui sotto vi ripropongo, nel quale una ragazza col volto coperto si agita sul letto perchè ha un forte prurito vaginale: è smaniosa, imbarazzata, inquieta, non trova pace. E' tutto un muoversi come se fosse seduta su una brace ardente.





La situazione è drammatica. Si capisce che la fanciulla non riesce ad alzarsi dal letto perchè questa sua cionfa deve essere proprio in fiamme e lei è giustamente triste per questa sua condizione limitante. Poi, all'improvviso diventa raggiante e, con un gesto repentino,  scaccia la mascherina nera dal volto: grazie ad una pomata miracolosa là sotto di colpo non ha più un esercito di formiche impazzite che la fanno saltare ma delle leziose farfalle che evidentemente devono dare alla sua cionfa un tale sollievo che la sua giornata in un attimo vira dal nero più tenebroso alla luce più accecante, proprio come se avesse un ventilatore puntato tra le gambe o un arbre magique all'aroma di menta piperita appeso lì davanti. Come negli abitacoli delle auto. 

La questione è seria perchè è da un pò di anni che, se ci basiamo sulle pubblicità, la locuzione "avere la cionfa in fiamme" non è più riferibile ai facili costumi di una donna che si sollazza con i piacere della vita, ma all'attacco feroce di batteri intimi di cui è vittima la povera malcapitata di turno. Sembrerebbe esserci un tale via vai di agenti patogeni che neanche alla stazione Termini nell'ora di punta.

Ora per carità, mi rendo conto del fastidio che alcuni disturbi possono creare, però a vedere questi spot sembra proprio che la vita sociale di queste fanciulle subisca un improvviso stop ogni qual volta il batterio arriva. Certamente convengo con la sospensione delle "attività ricreatrici" per un pò, ma stando alla pubblicità queste povere disgraziate crollano su tutti i fronti: arrivano tardi agli appuntamenti, non entrano più in ascensore per paura degli odori, al lavoro diventano assenti ed intrattabili, insomma una caporetto.

Che poi, mi chiedo, se secondo lo spot una volta messa la pomatina cambi subito espressione e riprendi la tua vita, allora perchè tutti questi drammi? Quindi le cose sono due: o la pomata non è poi così efficace, oppure questi spot esagerano i sintomi pur di far comprare il farmaco miracoloso.

Propenderei per la seconda ipotesi perchè, a differenza di quello che si vede in un altro noto spot dello stesso genere, a me non è mai capitato di conoscere una che arriva tardi ad un appuntamento per colpa di un prurito intimo fastidioso e, anche se eventualmente fosse così, tantomeno ho mai incontrato una che abbia tenuto a ragguagliare tutti gli astanti sulle motivazioni del ritardo.

Mi spiego: magari hai effettivamente una crisi e la cionfa ti va a fuoco proprio poco prima, che so, di andare a mangiar la pizza, però immagino che anche arrivando un pò in ritardo non entreresti mai gridando: "ah, scusate, mi prudeva un sacco ma ora sto meglio, grazie a tutti per l'interessamento!" E giù di supplì in allegria.

Non vorrei mai mancare di sensibilità e forse è vero che quando la cionfia si infiamma la vita si sfiamma, quindi chiedo scusa anticipatamente se qualcuna si dovesse risentire delle sciocchezze sopra scritte, ma spero che per solidarietà femminile (?!?) vi vogliate comunque unire all'appello che sto per fare alle attrici di questo tipo di pubblicità, rivolgendomi in particolare alla protagonista di questo spot.

Cara fanciulla, io capisco che la vita dell'attore (dell'attrice in questo caso) delle volte sia veramente frustrante: si lotta anche per avere solo una particina aspettando l'occasione della vita e questo soprattutto in Italia, un paese in cui una figa pazzesca e talentosa come Charlize Theron invece di vincere un Oscar sarebbe finita, nella migliore delle ipotesi, a fare delle brutte fiction per canale5 solamente dopo averla data via a piene mani al politico di turno. 

Però, amica attrice dal volto coperto che hai interpretato lo spot dei pruriti intimi: ti rendi conto che se un giorno dovessi girare il film della tua vita e diventare una celebrità,  tu rimarresti comunque per sempre "quella della cionfia in fiamme"? Quella che si dimenava sul letto in preda al fuoco rovente? E' vero, anche la Hunzicker reclamizzò mutande ma non si vedeva la faccia: tu c'hai messo il tuo visetto e hai detto all'Italia intera che la tua cionfa stava per esplodere dal prurito. Insomma da qui in avanti la carriera si fa oggettivamente tosta. Immagina: scena d'azione al cinema, pubblico rapito dagli eventi, arrivi tu che imbracci un fucile, primo piano e dalla sala: "ao, ma questa è quella che ce l'ha in fiamme!". Capisci da te che il pathos del film ne risentirebbe molto. Questo spot ha segnato per sempre la tua carriera, ammettiamolo.

A meno che tu non decida di cambiare strada e di buttarti in politica. In questo caso sarebbe tutt'altra storia e questo spot tornerebbe a tuo vantaggio perchè, vista la sfacciataggine con cui è trattato l'argomento cionfa, un posto da consigliere comunale o da Ministra in area PDL non te lo negherebbe nessuno. Soprattutto una volta guarita dal batterio. Riflettici: non saresti certo la prima donna del PDL a far carriera in politica usando la sua cionfa, ma certamente saresti la prima a poterlo rivendicare pubblicamente senza vergogna.

mercoledì 11 luglio 2012

PADRE PIO IN TV CON MASSIMO GILETTI. MIO DIO!

E poi l’altra sera mi è capitato di accendere la TV.

Su Raiuno, con la sua aria melliflua e sudaticcia che tanto rimanda alla nobiltà d’animo del tirchissimo Scrooge nel Canto di Natale di Dickens, Massimo Gilletti presentava una serata televisiva tipicamente estiva, una di quelle cose che in inverno non andrebbero mai in onda,  ma che a Luglio trovano posto in prima serata sulla rete ammiraglia Rai perché “tanto d’estate non c’è niente e quindi…”

La manifestazione in questione era intitolata  “Una voce per Padre Pio”, una sorta di serata finale del Festivalbar in cui si festeggiano i grandi successi dell’estate, solo che invece delle canzoni si celebravano i miracoli più riusciti del Santo dei Santi, Padre Pio appunto. Un gran via vai di attori, cantanti e gente più o meno nota che, animata da fervente fede (e da un opportuno cachet), si è sperticata nel raccontare quanto contasse per loro il Santo Frate.

Ovviamente tutti gli ospiti erano pronti a far notare che il rapporto col Santo in questione lo vivono in maniera riservata e intima, ma che non si poteva mancare in un’occasione di festa come quella (tradotto: è sempre un passaggio in prima serata su Raiuno e, soprattutto, un probabile accredito in simpatia tra le alte schiere vaticane).

Tra le più devote a Padre Pio, da sempre, c’è la Valeriona Nazionale, in arte Valeria Marini: più che una donna un fumetto a grandezza umana. Io me la immagino tutta scosciata e ammiccante che corre con i coscioni ad accendere un cero in Chiesa per ringraziare Padre Pio ogni qual volta vende un paio di mutande da lei disegnate per la sua collezione fine ed elegante di biancheria intima. Un’immagine che da sola basterebbe ad inficiare qualsiasi teoria di veridicità sui miracoli del Santo in questione: se Padre Pio avesse realmente i poteri di cui si parla, l’avrebbe incenerita tra le navate della Chiesa ancora prima che il fiammifero fosse arrivato a toccare lo stoppino della candela. Che va bene tutto, ma ringraziare per un paio di mutande della linea “intimo gioiello”…

Che poi, lo chiedo a voi donne, quanto può essere comodo un perizoma che al posto del filetto normale ha un filo di perle che si vanno ad infilare proprio lì quando sei sullo scooter o quando sei a mensa a mangiare? Per carità, magari può dare anche piacere in certi casi, ma insomma..

Comunque, digressione Marini a parte, e tornando alla bella serata televisiva, va detto che i racconti, così come il copione richiede, sono stati tutti opportunamente conditi da musica “stracciacor”, toni sommessi e luci rarefatte. E da lui. Il bel Massimo nazionale. Massimo Giletti: il presentatore che invece di una capigliatura vanta sulla testa un nido di passerotti di paglia scolorita.

Giletti e Padre Pio.


Ecco, basterebbe questo ad alimentare il peggiore dei sarcasmi da qui ai prossimi anni a divenire. Mi limiterò qui a rappresentare l’incompatibilità tra i due: non vorrei scomuniche o che il parentado osservante smettesse di parlarmi per sempre.

Massimo Giletti, l’uomo che da anni specula (televisivamente parlando) su ogni possibile tragedia umana come omicidi, deragliamenti di treni, disastri navali, terremoti, malattie, e chi più ne ha più ne metta e che, in occasione della santa serata televisiva, assume un tono da simil prete laico e con aria partecipe e commossa intervista i vari miracolati del Santo. Scene di ordinaria follia televisiva estiva.

Per carità, non è che se uno nella vita fa la televisione non può essere poi un fervente cattolico. Però Giletti...

Giletti ha la faccia di uno che è vero e spontaneo quanto quelli che per lavoro vanno a suonare ai matrimoni e fanno gli auguri agli sposi simulando grande gioia e partecipazione. Si capisce chiaramente, anche guardandolo solo per due minuti, che l’unico pensiero fisso che gli attraversa il cervello davanti ad una telecamera è: ”chissà in quanti milioni mi staranno guardando ora?”

Se c’è al mondo uno meno empatico e comunicativo di Paola Perego (tolti Robocop e le scatole sgocciolanti di latta dei legumi prima di essere gettate) è proprio Giletti. Come fai a metterlo in un contesto del genere e pretendere che poi non venga fatta ironia?  E’ come se si mettesse Manuela Arcuri a presentare l’evento “una notte per la recitazione.”  Ammetterete che una qualche contraddizione in termini ci sta..

Io capisco che in Rai ormai non ci sono più i “Pippi Baudi” di una volta, quelli in grado di rendere solenne anche una serata che ha per sponsor una marca di assorbenti, però magari per l’occasione specifica uno avrebbe potuto andare a pescare qualcosa di un po’ più adatto di Giletti. Azzardo perfino un Carlo Conti. Ma Giletti…

Comunque, Padre Pio, se effettivamente hai questo potere di far avverare le preghiere, sappi che io al tuo Santuario ci sono venuto e che anche se non ricordo molto (tranne la marea di banconote che le vecchine devote continuavano a lanciare sulla tua lapide) vorrei tanto chiederti di intercedere per me col tuo diretto superiore: potresti dirgli di favorire per una volta la formazione di un Consiglio di Amministrazione della RAI per bene e competente, fatto di gente che faccia lavorare altra gente solo se è brava e preparata e non perché è raccomandata, amante di qualcuno o in quota ad un partito politico.

In altre parole, Signore Iddio, ti sto chiedendo, umilmente, di liberarci di Massimo Giletti. Lo so, magari esagero e sono cattivo però, se anche fosse un bravo presentatore, devi ammettere che riesce a nasconderlo benissimo. Intercedi tu e trovagli un lavoro più consono alle sue attitudini che meritano (se e quando individuate) di essere valorizzate nel contesto più giusto.

In cambio promettiamo di tenerci ancora a lungo la tua preferita tra le conduttrici: Lorena Bianchetti, che è buona e in odore di santità. E stai pure tranquillo: anche se esaudissi il mio desiderio, lei rimarrebbe comunque al suo posto e lavorerebbe tanto in ogni caso, perché la Bianchetti non è la solita fanciulla raccomandata, ma una professionista seria e capace. Santa Lorena Bianchetti dell'Ordine delle Assunte inginocchiate al fervore di via della Conciliazione in Roma. Amen.


domenica 8 luglio 2012

IL CRETINO RAMPANTE. DESCRIZIONE E SOLUZIONI.

C'è una tipologia di persona dalla quale bisogna scappare a gambe levate: IL CRETINO RAMPANTE.

Esistono tantissime sfaccettature nell'attitudine alla cretinaggine, ma sostanzialmente possiamo dividire il mondo in due macro categorie nelle quali è possibile far rientrare buona parte dei rappresentanti della razza umana: il cretino statico ed il cretino rampante.

Anticipo subito la vostra domanda: che differenza ci potrebbe mai essere tra due persone entrambe idiote? La verità è che la differenza non è nella cretineria (di per sè abbastanza uguale in tutti gli stolti) ma negli effetti che questa innata attitudine produce nel mondo circostante.

Se infatti il cretino statico conserva un barlume di consapevolezza ed in linea di massima non sapendo mai cosa fare con precisione, opta per lo stato del "non-fare-proprio-nulla" (è anche plausibile pensare che rimanga inerme semplicemente perchè oltre che idiota è anche pigro..) il cretino rampante invece è pericolosamente animato da iperattivismo e supponenza, è convinto di essere l'unico genio sulla faccia della terra, colui che è in grado di risolvere qualsiasi problema (ancora prima di conoscere esattamente di quale problema si stia parlando).

In altri termini il cretino rampante è il fulcro dei più grandi disastri che la storia umana ricordi.

Perchè una persona minimamente assennata e conscia dei suoi limiti si pone delle domande sulle conseguenze delle sue azioni, su ciò che effettivamente è logico o meno fare in alcune situazioni. Il cretino rampante no, animato dall'iperattivismo fine a se stesso, agisce subito e fa danni pesanti senza minimamente rendersi conto di ciò che sta facendo. Riesce a dire tutto e tutto il contrario, auto-riscontrando comunque grandi lampi di genialità nelle sue decisioni.

Ora ditemi che leggendo non vi è immediatamente sovvenuto il volto di qualcuno che non avete potuto far a meno di associare immediatamente alla descrizione del cretino rampante. Un  ex-fidanzato, un capoufficio, un collega di scrivania, un vicino stile Homer Simpson.

Se l'associazione a qualcuno ancora dovesse sfuggire, vi fornisco degli indizi che lo identificano con certezza: il cretino rampante perde sempre l'occasione per stare zitto, non realizza mai di aver appena detto qualcosa di insulsamente stupido nonostante l'evidenza delle reazioni degli sventurati presenti lasci ben poco dubbio a riguardo. Con il cretino rampante è inutile confrontarsi su alcunchè: lui ne sa comunque più di voi e la sua soluzione è comunque la migliore, quindi non affaticarsi nel dialogo è d'obbligo in quanto la vostra salute mentale si andrebbe ad infrangere sul muro di gomma che il mentecatto riesce (a sua insaputa) ad opporre a qualsiasi obiezione logica.

Non affliggetevi e non disperate: fortunatamente se la sua stupidità impedisce il confronto, quasi sempre la medesima vi consente di farlo "fesso e coglionato" quindi, ripeto, non perdete troppe energie inutilmente ma gioite ogni qual volta glielo mettete in quel posto. E continuate a sorridergli amabilmente. Lui penserà che siete stati rapiti dalla sua scaltra intelligenza. Voi starete pensando: "quanto minchia può essere coglione 'sto tizio!".

Altro segno distintivo: il cretino rampante prima di elargire le sue preziose pillole risolutive esordisce sempre con un "TE LO SPIEGO IO!" frase a cui scientificamente fanno seguito gli sguardi  d'intesa tra coloro che stanno per essere illuminati dalle sue dritte, oscillanti tra il pietoso e lo sconsolato . Tranquilli: anche in questo caso non si accorgerà di nulla e scambierà i vostri sguardi per una presa di coscienza della vostra pochezza, come il reciproco dirvi "ma come non ci siamo arrivati da soli noi poveri stupidi? Meno male che c'è lui.."

Il cretino rampante ha molti hobbies, spesso sportivi, nei quali primeggia sempre su chiunque altro. Tu al primo colpo d'occhio faresti fatica pure a pensarlo in grado di infilare le perline nel filo o di sbucciare un'arancia prima di mangiarla, eppure egli racconta di corse, premi, guide veloci, lauree conseguite, attitudini artistiche, insomma la qualunque. Annuite e sorridete. Non è importante e, soprattutto, non occorre risposta sensata, basterà un "accidenti!" buttato a caso qua e là tra le sue sparate.


Insomma se, soprattutto sul lavoro, incontraste dei personaggi simili (cosa assai probabile) attuate le tattiche sopra riportate e proseguite pure la vostra vita tranquillamente senza dare troppo peso alle eventuali critiche nei vostri confronti che potrebbero arrivare da cotanto cervello. Cercate di sfuggirgli il più possibile per evitare che l'unico neurone che ha nella testa e che divide a giorni alterni con Sara Tommasi, si attivi e vi coinvolga vostro malgrado nella minchiata del giorno. Se proprio non potete evitarlo, fate finta di assecondarlo e poi fate come credete voi.

Se nella vita invece non vi è capitato mai di incontrare nessuno che rientri nella descrizione appena fatta, ma vi sentite incredibilmente ben voluti sul posto di lavoro, tutti sono cortesi e sorridenti con voi, avete l'impressione che il mondo penda dalle vostre labbra e avete la certezza di saperne sempre una più degli altri...  chiudo qui: ogni ulteriore spiegazione sarebbe inutile.

martedì 3 luglio 2012

BALOTELLI E ELSA FORNERO: SCOOP! E SIGNORINI TRAPASSA PER LA GIOIA!

Andiamo subito al sodo: se cerchi Mario Balotelli su google puoi stare certo di trovare più risultati di Elsa Fornero: 86 milioni di pagine il primo contro poco più di due per la seconda. Possiamo dichiarare senza ombra di smentita che il nome di un giocatore di calcio dalla vita privata piuttosto colorita muove più attenzione di quello che, peraltro, è il Ministro più chiacchierato del nostro attuale Governo.

L'Italia è così: un posto dove nessuno scende in piazza per chiedere di non pagare più le accise sulla benzina dovute ad una guerra di 70 anni fa, ma in cui 200.000 persone si radunano spontaneamente al Circo Massimo per vedere sul maxi schermo la finale degli Europei di calcio e in cui, a partita persa, si lanciano bottiglie verso lo schermo e si fanno risse. In allegria.

In un paese con tali priorità, è scontato che le vicissitudini sentimentali e le bravate di un giocatore ventenne dall'ormone agitato attirino di più di quelle di una Ministra, anche quando quest'ultima abbia un intrigante aspetto da equivoca rieducatrice di carcere femminile stile "nazi" non più freschissima che farebbe la gioia di qualunque sito porno amatoriale "cougar".

Tra i due non c'è partita, vince Balotelli comunque. Certo, se la Ministra venisse sorpresa alle Maldive in topless con un amante giovane e di colore mentre fa i numeri in acqua, probabilmente le cose cambierebbero. Soprattutto se il giovane in questione fosse proprio il SuperBalotelli, al quale, da ciò che si dice, mancherebbero da sventolare solo i trofei della Ministra e di poche altre fanciulle sulla faccia della terra. Se poi la Fornero diventasse anche la madre sessantenne dell'erede di Balotelli in luogo della più scontata Raffaella Fico, allora sarebbe l'apoteosi: i click per la Ministra si impennerebbero. Inoltre Signorini morirebbe d'infarto per la gioia dello scoop, sicuramente un ulteriore risvolto accattivante della vicenda..

Ma, sogni irrealizzabili a parte, è inutile negare l'evidenza: l'Italia è una sorta di proto-nazione fondata sul calcio. Prendiamo Mario Monti. Sta facendo cose complesse e discutibili, meritevoli in certi casi di una sommossa popolare, ma l'unica volta che si è notato un riscontro realmente preoccupato alle sue iniziative fu quando azzardò: "il campionato italiano di calcio andrebbe sospeso per un paio d'anni."

Apriti cielo. Fulmini e saette. Gran parte degli uomini italiani hanno iniziato a tremare, emettendo fonemi sconnessi alla sola idea di dover passare le loro domeniche in compagnia della moglie e dei figli, sforzandosi ogni volta di inventare qualche passatempo alternativo al pomeriggio "fronteTV" inebetiti in attesa di saltare sulla sedia quando al loro idolo viene annullato il gol di turno. Che tralaltro, a sentire loro, c'era. C'era sempre. Perchè l'uomo medio italico spesso non sa leggere, ma è un C.T. nato (Commissario Tecnico per quei pochi non avvezzi ai termini calcistici).

La paura di ritorsioni è stata talmente tanta per il nostro Presidente del Consiglio che lo stesso Monti ha evitato di tornare sull'argomento e anzi, seppur con la faccia di chi è obbligato ad andare ad un funerale, ha presenziato alla finale dell'Europei di calcio così come ci si aspetta da un rassicurante capo di Stato italiano, almeno da uno che intenda non essere linciato il giorno dopo sulle prime pagine dei giornali come colui che non ha a cuore le sorti del suo paese natio.

Perchè il nodo centrale da affrontare in Italia non è la mancanza di lavoro per i giovani o la latitanza di figure di alto profilo politico o, ancora, la fatica di imporre un'idea ecologica di vita, il vero punto che non permette a questo paese di decollare è, ammettiamolo, la questione della moviola in campo: "Moviola si? Moviola no?". Un toccante quesito su cui Aldo Biscardi ha costruito una carriera e sulla quale molti di noi non hanno dormito per intere notti agitati dal dubbio amletico.

Ed a ragione. Con questa si risolverebbero le interminabili discussioni da bar del giorno dopo. Perchè nel calcio c'è da sempre quest'idea che qualcuno debba rubare qualcosa a qualcun'altro: un paio di pantaloncini, le chiavi dell'auto nello spogliatoio, più spesso quel gol decisivo del campionato che "se gli avversari non avessero comprato la partita, avremmo vinto lo scudetto". La moviola in campo permetterebbe un salto avanti nell'evoluzione dell'uomo italicus non indifferente.


Quando ho scoperto che su facebook esiste un gruppo frequentatissimo che si chiama "Anch'io un giorno dirò a mio figlio di aver visto giocare Francesco Totti" ho avuto paura. Seriamente. Io avevo sempre pensato che un padre desidererasse un giorno raccontare con tono fiero al figlio, che so, di aver salvato un cane appena investito, di aver viaggiato in posti magici, di aver incontrato delle persone speciali che gli hanno cambiato la vita, al limite di saper riavvitare una vite con il coltello come nessun altro al mondo. Non avevo considerato la gioia profonda che veder giocare Totti poteva provocare in un uomo adulto al punto di decidere un giorno di raccontarlo al proprio figlio come la cosa più toccante della sua vita. Anche ora, mentre scrivo, mi scendono le lacrime all'idea. In senso buono, sia chiaro.

E il nostro caro Presidente della Repubblica Giorgino Napolitano? Lui che tante ne ha viste ed ha esperienza per parlare? Fu proprio lui a definire la nostra Nazionale di calcio una metafora dell'Italia che lotta. Io pensai: ma guarda che minchia di paragone! Accostare undici giovani analfabeti ultramiliardari ad un popolo sempre più anziano, composto da disoccupati e da nuovi poveri.

Poi però ho capito che per essere lì dove sta, l'emerito Presidente non deve certo essere uno buono a prescindere quanto piuttosto un avveduto e spietato uomo politico (solo così si fa carriera e solo così si diventa capo di stato, vedi Ratzinger) e allora ho realizzato la sottile cattiveria con la quale ha pronunciato quelle parole: non si riferiva alla fatica del vivere che ci accomuna, ma al fatto che anche noi come i nostri rappresentanti in pantaloncini, sappiamo essere persone superficiali, disinformate e cialtrone, magari senza un soldo in tasca ma con le rate per la macchinona e per l'Iphone. Proprio come i nostri amati idoli scarpino dotati. Con in più anche i debiti. In due parole: doppiamente cretini.

Non è dato infatti sapere il tono con cui Napolitano avrebbe pronunciato la metafora in questione, ma secondo me deve essere stato un misto di rassegnazione e di scoramento. Il laconico lamento di chi, avendo vissuto molto, capisce che non c'è più speranza. Ne sono convinto.

Napolitano infatti ha tenuto ad incontrare subito gli azzurri di ritorno dalla cocente sconfitta, provvedendo ad abbracciarli e a consolarli, scuotendo la testa mentre pronunciava le parole di rito: "Ragazzi grazie, grazie, grazie. Per avere comunque giocato così, soffrendo e sudando. Anche se non avete vinto, siete un esempio di tenacia. Come per l'Italia, c'è ancora molto da fare, ma siete stati bravi."

E poi, andando via, di spalle, ha sussurrato con un ghigno di sufficienza al suo braccio destro: "Almeno l'altra notte si è dormito in pace..."

lunedì 25 giugno 2012

LA LEGGENDA DELLA SOLIDARIETA' FRA DONNE

So già che con questo post mi alienerò le simpatie della metà dei lettori che di tanto in tanto decidono di sprecare qualche minuto della loro preziosa vita leggendo le baggianate che scrivo, ma non posso esimermi dall'affrontare un argomento spinoso che troppo spesso mi si paventa di fronte in forme alquanto insolite e succulente: la solidarietà tra donne.

La cosa che mi fa dubitare di più dell'effettiva esistenza del fenomeno, sono i salotti televisivi in cui la scosciata di turno, zoccola e antipatica fino all'ultimo poro della sua epidermide, viene interpellata a riguardo del suo rapporto con le altre donne. Ovviamente subito, spalleggiata dalle altre fanciulle ivi presenti, tutte  opportunamente accavallate sulle poltrone alla ricerca dell'inquadratura più ecografica possibile, inizia la sviolinata sulla profondità del rapporto di amicizia che solo un'amica vera può darti. E dopo aggiunge di avere una bellissima intesa anche con le altre donne che la vedono come un'amica e non come una rivale, perchè, per fortuna, le donne sanno andare oltre l'apparenza. Proprio al pronunciare di quest'ultima frase almeno un cactus in un deserto qualsiasi del globo terrestre, si secca all'istante. Come incenerito.

Si capisce chiaramente che per me l'argomento in questione ottiene un effettivo riscontro nella vita reale più o meno con la medesima frequenza di altrettanti fenomeni di cui si sente molto parlare ma che, difficilmente, si riescono a comprovare: le visioni di Paolo Brosio, l'esistenza di un programma innovativo del PD e il fatto che Maria De Filippi abbia mai realmente avuto un rapporto completo con Maurizio Costanzo del quale, quest'ultimo, abbia memoria.

Infatti, a parte rari casi, per lo più di mutuo soccorso tra vite disperate e insoddisfatte, le prime ad essere ferocemente critiche e per nulla empatiche con le altre donne sono le donne stesse. Prendiamo, per esempio, i luoghi di lavoro. La frequenza con cui all'uscita di una fanciulla da un ufficio si incrociano gli sguardi complici delle altre che fino a un secondo prima le sorridevano amabilmente, è puntuale quanto la messa in onda di Porta a Porta: praticamente sempre.

In genere quella più mal voluta nella comunità (soprattutto lavorativa) è colei che mostra un certo carattere indipendente, peggio ancora se è l'ultima arrivata. Quando, per sua disgrazia, la fanciulla in questione è anche dotata di una discreta fisicità le sue "amiche" le attribuiscono, con non poca soddisfazione e a prescindere, l'affettuoso appellativo di "stronza".

Capita anche che, all'arrivo della nuova, subito i pettegolezzi si rincorrano e si autoalimentino, generalmente annettendo tutta una serie di avventure della stessa con chiunque, capo ufficio in primis: lo sai che arriva da un altro ufficio dal quale è andata via perchè la moglie del capo li ha sorpresi insieme? Sembra che lei abbia molti più anni di quelli che dichiara.. E chi si crede di essere questa? Con quell'aria.. E certo, fa tutta la splendida perchè 'sti quattro cretini qua dentro la fanno sentire così sbavandole dietro. Lo sai che ha partecipato ad un filmino porno con Moana Pozzi (che era tanto brava) che però non si trova più? Un mio amico l'ha visto..

L'affondo finale e il disprezzo senza ritorno arrivano però quando il vociare delle amabili colleghe plana sull'argomento principe, quella cosa che consente loro di dividere il mondo in donne buone e donne cattive: la cucina! Se la chiacchierata fanciulla per sua disgrazia non sa cucinare neanche un uovo sodo ma si  limita a mangiare pizza e dolci, magari non mettendo su neanche mezz'etto di ciccia, ella perde ogni diritto elementare di riconoscimento del suo stato di essere umano femminile.

Ovviamente gli uomini ci mettono del loro paventando grandi risultati di conquiste con la poveretta che, generalmente è allo scuro di tutto e non potrà mai neanche contare sulla confidenza a riguardo di un'altra donna che anzi, di fronte alle sparate del pallaro di turno, vedrà anche i suoi sospetti di zoccolaggine confermati.

Tutto ciò è curioso, perchè se la fanciulla in questione fosse dimessa, massacrata dalla vita, divorziata, con nove figli a carico, cornuta e piena di problemi, allora la solidarietà della salvatrice di turno nel ruolo di "poverina avrà bisogno di uno sfogo" arriverebbe subito.

Notare che anche quando si tratta del semplice commento all'intervista alla cantante o all'attrice di turno, l'atteggiamento di disprezzo emerge subito: eh certo, io pure sarei così se non c'avessi un cazzo da fare tutto il giorno...

Amiche lettrici, accettate l'evidenza: non è che Anna Falchi è diventata figa dopo che si è rifatta le tette mentre prima somigliava all'avvocato Giulia Bongiorno, non è che Madonna è in forma perchè si fa il botulino e poi sta tutto il giorno a prendere il sole e, viceversa, non è che se Susy Blady si tira, si risveglia come Sharon Stone. Fatevene una ragione. Una donna intelligente come la Littizzetto diventa attraente perchè ti cattura con  il suo cervello saltellante, ad una così non verrebbe mai l'idea di mettersi a competere con la Belen di turno sul suo terreno, avrebbe vita breve. E piena di frustrazioni. Una così è troppo intelligente per sprecare la sua esistenza a criticare senza un motivo reale cercando di sminuire chi, almeno in quel campo, ha una superiorità evidente.

Provate a negarlo: tutte rivendicano la necessità di vivere appieno la propria epoca, di essere indipendenti e soprattutto solidali tra donne, poi di fronte ad una fanciulla che è padrona delle sue scelte e che non fa dipendere la sua esistenza quotidiana dall'essersi o meno sistemata con un uomo, sono quasi tutte pronte a storcere il naso e a giudicarla per l'uso "disimpegnato" del sua cionfa. 

E guai a far notare alle simpatiche signore il suddetto atteggiamento, perchè generalmente ci si imbatte in contro-spiegazioni che suonano pressapoco così: guarda, io le voglio bene, però... e giù con un elenco di stilettate che neanche la Susanna Camusso quando parla della Fornero.

Donne, qui non si tratta di essere solidali a prescindere con le altre donne, ma intelligentemente umaniste: l'essere umano, donna o uomo che sia, può essere stronzo anche a gambe chiuse, indipendentemente dal fatto che sappia o meno cucinare un uovo sodo o che abbia un sedere più sodo del vostro. 

Al limite, se proprio volete maltrattarla questa ignobile donna, incazzatevi pure, ma solo quando lavora male o quando vi tratta in modo maleducato o se, e quando, dice baggianate imbarazzanti. E soprattutto, fatelo faccia a faccia, che dietro non è più di moda. Per il resto che le dica su un tacco 12 o vestita come madre Teresa, fa assai poca differenza.

Che ogni donna si dia da fare affinchè le altre donne possano sentirsi libere di essere come desiderano. Ecco, questa può essere intesa come l'unica vera solidarietà tra donne.

Che poi, vai ad indagare e magari scopri che oltre ad essere figa, la Belen di turno è pure simpatica.
Che essere amiche di un'Arisa è facile. Esserlo di una Carla Bruni è assai più complesso.

martedì 12 giugno 2012

BROOKE LOGAN: APOLOGIA DELLA ZOCCOLA

Dopo esserci occupati di Belen e di come sia riuscita a sdoganare perfino il porno rendendolo passabile nelle cattoliche case italiche, mi è venuto in mente che ben altra precorritrice della materia aveva fatto altrettanto e molto prima della suddetta, rifilandoci durante l'ora di pranzo ogni sorta di sconceria inimmaginabile: la protagonista femminile di Beatiful, Brooke Logan. Colei che ormai da decenni, dopo aver pianto a fontanella si accoppia a prescindere, preferibilmente con i membri stessi della sua famiglia, meglio ancora se imparentati tra loro.

Parlo dei membri maschi della famiglia Forrester, perchè a parte un rapporto di odio/amore con la matriarca del clan, Stephanie, non mi risultano accoppiamenti di stampo lesbico con le donne Forrester da parte dell'indomita Brooke. Ma tempo al tempo, arriveranno anche questi.

Voglio subito chiarire che Brooke fa parte di quel genere femminile  riferibile alla categoria delle F.I.F acronimo da me coniato per la donna che mostra indiscutibilmente i sintomi di una patologia altrimenti nota come "Fregna in Fiamme". Ne sono colpite quelle donne che, alla presenza di un qualsiasi individuo di sesso maschile minimamente presentabile nel raggio di centro metri, iniziano ad agitarsi e ad ansimare anche se devono semplicemente spegnere lo schermo del pc, quelle che quando si congedano da una conversazione si voltano roteando la testa come in uno spot dello shampoo, quelle che quando si parla di un qualsiasi argomento trovano sempre il modo di regalarti un racconto della loro incredible avventura a riguardo, quelle che poi, ovviamente, vengono odiate dalle altre donne per tutti i motivi sopra elencati.

Di ritorno da un viaggio e ancora libero di starmente a casa un paio di giorni prima di riprendere il tran tran quotidiano, ho acceso la TV all'ora di pranzo ed è stata subito folgorazione. Intendiamoci, non è che non conoscessi la saga dei Forrester, ma avevo rimosso quasi del tutto il loro turbinio di vicende fatte di parentele improbabili, accoppiamenti fugaci, tradimenti in famiglia, nascita di figli, in un perenne loop di infiniti incesti casalinghi. Come se fossero impossibilitati da qualche forza misteriosa ad uscire dalla porta di casa per socializzare con altri passanti che non siano perlomeno cugini alla lontana. 

Perchè una delle caratteristiche più evidenti di Beatiful è l'assoluta mancanza di razionalità cronologica nello sviluppo fisico dei protagonisti, la vita dei Forrester si svolge in un mondo parallelo dove ogni evoluzione di spazio/tempo come noi mortali la conosciamo cessa di esistere, in cui una bimba nata ieri, in poche puntate diventa una diciottenne dagli ormoni impazziti, subito assunta nell'azienda d'alta moda di famiglia (che, va detto, produce i vestiti più brutti mai apparsi sul suolo terrestre) e da qui immediatamente pronta per la sua dose di incesti quotidiani.

Poche stagioni fa, ad esempio, Brooke partoriva l'ennesima figlia, tale Hope. In neanche un lustro di tempo, questa bambina è già divenuta una ragazzona californiana ipervitaminizzata pronta a darla via al suo fidanzato di turno.

L'altro, giorno di fronte ai miei occhi basiti, era proprio sua mamma, Brooke Logan Forrester, ad indottrinarla a dovere sui rudimenti del mestiere: preoccupata le chiedeva dapprima se avesse intenzione di avere rapporti sessuali completi col suo ragazzo, al che, dopo essere rimasta per un nanosecondo scioccata dalla risposta affermativa, compariva sul suo volto di madre snaturata un sorriso a 4000 denti e, con un certo orgoglio, le consigliava subito qualcosa di sexy ed eccitante da mettere per l'occasione.

Perchè Brooke è sgualdrina dentro, lei è la paladina dell'accoppiamento: in sauna, in ufficio, in piscina, nella neve, tra le fiamme di un incendio, nel deserto, durante una festa, sempre. Lei si accoppia a prescindere. E  subito dopo, ovviamente, esplode il putiferio. Perchè di sovente i sollazzi di Brooke avvengono con chi non dovrebbe trovarsi nel suo letto e, quasi sempre,  poco prima di sposarsi per l'ennesima volta con Ridge. E' qui che arriva il fusto del momento che approfitta della sua debolezza, provocandole tormenti indicibili e sensi di colpa.

Ma la nostra Brooke è fondamentalmente un'ingenua, sempre in buona fede: prima la dà via con energia, poi però soffre come un cane in preda ai rimorsi, fino a quando ritorna Ridge (il torsolone ritardato) a fare di lei una pia donna per l'eternità. Solo che subito dopo la santa Brooke scopre di essere incinta del precedente amante e Ridge, che dovrebbe dedurne che questa donna forse non è presissima da lui, accetterà invece il nuovo arrivato come se fosse il suo vero figlio biologico, allevandolo per le successive 100 puntate. Giusto il tempo di farlo diventare maggiorenne.

Brooke non si può odiare, è così, una donna dei nostri tempi, padrona della sua vita, indipendente e decisionista quando si tratta dei propri sentimenti. Normalmente una fanciulla del genere sarebbe tacciata di zoccolaggine acuta. Lei no. Lei rimane comunque angelica e in buona fede (proprio come Belen) e, puntualmente, saprà farsi perdonare giurando amore eterno a Ridge.
Tra le "sviste" dell'accaldata Brooke, una delle più memorabili è quella che le capitò durante una festa in maschera: la nostra eroina, in preda ai soliti calori nelle zone basse, decise di accoppiarsi con Ridge durante il party, solo che nel momento clou, confondendo le maschere, si intrattenne per errore col fidanzato adolescente di sua figlia che, va detto a sua discolpa, indossava una mascherina molto simile a quella di Ridge sugli occhi.

Adesso ditemi che non vi è mai capitato di infilarvi al buio nel letto credendo che ci fosse qualcuno e di non accorgervi per tempo che invece stavate giocando alla cavallina con un'altra persona. Può capitare! Soprattutto ai Forrester. Perchè essendo loro in totale circa 15 persone che continuano a scambiarsi i partners, è normale che qualche refuso ci scappi! E poi con una maschera in faccia chi distinguerebbe, che so, un Maurizio Costanzo da un Gabriel Garko quando entrambi fossero similmente vestiti?

Si potrebbe anche obiettare che, una volta calate le mutande, il nostro partner dovrebbe saperci riconoscere, ma dato che Brooke ha avuto l'onore di osservare da vicino le zone intime di tutti i maschi della famiglia (tranne Stephanie) la svista, nel suo caso, è comprensibile. E poi lei è un pò come Berlusconi: quando ha l'ormone infervorato non riesce a trattenersi e ne fa di ogni.

Donne, prendete esempio: lanciatevi! Trovate anche voi il vostro mascellone ritardato con cui sollazzarvi l'esistenza e, nel frattempo, donatevi a piene mani negli intervalli di singletudine. Ma soprattutto, amate la nuova famiglia allargata che così facendo si verrà a formare perchè, altrimenti, nei vostri futuri Natali non potrete ricreare quel bellissimo finto clima di amore che si respira nella patinatissima puntata del 25 Dicembre di Beatiful, nella quale tutti e 15 i protagonisti (fino a cinque minuti prima in preda all'odio reciproco) cantano allegri e abbracciati le tipiche canzoni natalizie, mentre il patriarca Eric Forrester suona il piano per tutti.

Lui e il suo parrucchino, mentre fissano entrambi basiti il volto privo di espressioni di Ridge Forrester chiedendosi: ma come fa questo che nella vita ha la mia stessa età ad essere mio figlio nella soap? Ma soprattutto: avrà capito che non è veramente Natale oggi?