lunedì 12 novembre 2012

FA PIANGERE DI PIU' MARIA O UNA CIPOLLA?


C’è un evento che ultimamente accomuna le persone in vista e di successo in Italia e nel mondo: una evidente propensione alla lacrima facile. Quante ne abbiamo viste solo negli ultimi tempi? Robocop Fornero che esplode in pianto prima di annunciare l’ennesima stangata ai cittadini, Vendola che scoppia in lacrime all’annuncio della sua innocenza, Obama che singhiozza di fronte al suo staff per la sua rielezione e la solita Lorena Bianchetti che si commuove e ringrazia tra i singhiozzi “San Vaticano Tutto” ogni volta che, miracolosamente, si rinnova il suo contratto Rai.

Vabbè di quest’ultimo sfogo taumaturgico non ci sono prove visive ma è più che lecito pensare che accada. Se poi volete analizzare il capello, potreste anche dirmi che la Bianchetti non è riconducibile al gruppo delle persone cosiddette di successo. Avreste anche ragione, ma non posso esimermi dal nominarla almeno una volta per blog: un fenomeno del genere (in senso buono ovviamente) merita tutta la visibilità e il sostegno possibile.


Tornando all’argomento lacrima facile, la sostanza non cambia: nel mondo, ma soprattutto in Italia, si piange a mo di diluvio universale.

I talent show, ad esempio, da noi li vince sempre chi piange o chi ha avuto una vita segnata dai dolori e, se ci pensate un attimo, l’unico programma tv che negli anni non sembra conoscere cali di ascolti non è forse ‘C’è Posta Per Te’, format dove non è che si rida a crepapelle? Perfino in politica c’è chi piangendo per anni, continuando ad asserire di essere un perseguitato politico, è riuscito a tirare a picco l’intero paese verso quella che è, a tutti gli effetti, una valle di lacrime.

Insomma, il modello vincente e di successo in Italia non funziona, si finisce per andare subito sulle balle a tutti quanti: se vuoi piacere devi soffrire il più possibile e chi ha compreso l’assioma e vuole avere un riscontro popolare, attinge a piene mani dalle proprie sacche lacrimali: il pianto (ad hoc) pare piacere più dell’intelligenza, della risolutezza e della determinazione.



Se piangi a dovere, che tu sia un politico o un presentatore TV, hai già vinto in partenza. Maria De Filippi, donna scaltra ed intelligente, troppo furba per essere credibile nel ruolo di vittima, ha ben pensato di costruire un impero sulla lacrima altrui, quella dei suoi concorrenti/ospiti, che provoca a sua volta quella dei suoi telespettatori e, in un secondo tempo, quella delle persone intelligenti che si disperano scoraggiati alla lettura dei dati di ascolto milionari dei suoi show spazzatura. Maria, da sempre in odore di santità, ancora non divide le acque, ma è in grado di creare dei veri mari a base di lacrime amare.

Io devo ammettere che, a parte in alcuni casi veramente struggenti, non ho mai trovato molta soddisfazione nel piangere e il vederlo fare spudoratamente, anzi, mi indispone. Ovviamente ciò non vale per la lacrima che arriva  da un battuto di cipolla che anticipa un buon risotto ai funghi porcini. Ecco, quella, secondo me, è l’unica lacrima che più ce n'è meglio è. Per il resto sarebbe preferibile centellinare e riservare il pianto a momenti meno pubblici, arrivo a dire perfino che sarebbe auspicabile piangere senza telecamere intorno. Ma io sono all'antica e non faccio molto testo a riguardo.

Ora che ci penso, c'è invece un altro pianto che vedrei con gran piacere: quello all’unisono di tutti gli italiani commossi alla notizia che il Monti nazionale, in preda ad uno scatto di orgoglio, ha finalmente deciso di far pagare l’IMU alla Chiesa Cattolica nei modi e nella misura in cui la pagano tutti i cittadini di questo paese.

Certo, qui entriamo nell’ambito di quei fatti al limite della fantascienza, quelli di cui si occupa Giacobbo a Voyager e che in linea di massima si verificano con la stessa periodicità delle glaciazioni. Solo che leggevo proprio qualche giorno fa che la temperatura del pianeta non è mai stata così calda come adesso e quindi è più che lecito immaginare che per vedere una Chiesa contribuente bisognerà aspettare almeno fino alla prossima era glaciale.

Ed ho un vago sospetto che quella notizia sulle glaciazioni devono averla letta anche in Vaticano, perchè tutti i preti che incontro ogni giorno intorno alle mura pontificie sorridono sempre spensierati. E di gusto.




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