mercoledì 24 ottobre 2012

I SOLLAZZI DI LORENA BIANCHETTI.

Capita di imbattersi in circostanze che ti fanno rendere conto di quando variegata e poco inscatolabile sia la nostra esistenza.

Non per darmi un tono, ma pochi giorni fa ho assistito ad un concerto di musica Jazz, una di quelle esibizioni molto chic ed “alte”  che si svolgeva all’interno di una Chiesa antica di Roma ignota ai più fino a quel momento. E anche dopo per la verità, visto che ad ascoltare l'eccelso trio di maestri eravamo non più di 15 paganti, un vero peccato dato che i tre ci sapevano fare sul serio  e scivolavano via di brano in brano con tanta scioltezza e talento che nemmeno Sara Tommasi da un letto all’altro.

La vera sorpresa della serata però è stato l’incontro con l’organizzatrice del concerto, una signora molto curata,  non più in età verde ma assai vivace e soprattutto preparatissima in materia di arte, la quale, accogliendoci all’ingresso, ci ha introdotti ad un suo prossimo evento teatrale legato a Jean Jacques Rousseau.

La signora parlava di Jean Jacques come fosse il suo migliore amico di sempre, un suo contemporaneo, uno con cui cinque minuti prima aveva preso un tè. Ovviamente, nonostante la mia radicata ignoranza, avevo la certezza che il povero Jean Jacques fosse già dipartito da un bel po’ e, in virtù di questo, mi chiedevo piuttosto se lei ne avesse avuto contezza. Ovviamente si. Anzi, lo spettacolo sul defunto era stato da lei organizzato proprio per commemorarne il tricentenario della nascita.

Di più. La Signora si diceva assai risentita del fatto che per la festosa occasione nessuno avesse organizzato celebrazioni in pompa magna. Infervorata è il termine più appropriato: parlava di Rousseau con un trasporto ed un entusiasmo tali, che  per un attimo ho temuto potesse provare un orgasmo lì nella hall del teatro.

Ammettiamolo, uno ha anche cose più importanti da pensare nel quotidiano e non è che io sia di quelli molto portati per le ricorrenze, ma la Signora era così scandalizzata di come Jean Jacques fosse stato incredibilmente dimenticato e così felice di potergli dedicare uno spettacolo, che mi ha fatto riflettere sul fatto che nella vita  ognuno c’ha le sue passioni e si crea i suoi sollazzi. E che sono insindacabili.

C'è chi stravede per Rousseau allo stesso modo in cui altri impazziscono per Gigi D’alessio o per Vittorio Emanuele di Savoia che conduce Pechino Express. Sono gusti. Ora, io a Vittorio Emanuele non farei condurre nemmeno un taxi, però sono punti di vista. Ognuno ricava piacere da ciò che più lo aggrada, anche quando ad alcuni può sembrare assurdo. Se a me Gigi D’Alessio può provocare al massimo un senso di repulsione, ad altri evidentemente no. Non chiedetemi perché o per come, ma è così.

Io stravedo per la zuppa di cereali e legumi tanto che non riesco a fermarmi finchè non la vedo finire, così come invece la Polverini si esalta e non distingue più i sensi unici quando si tratta di correre ad acquistare un bel paio di scarpe di marca. Sono passioni diverse eppure entrambe danno appagamento a chi le prova.

Formigoni si sente realizzato se indossa improbabili camicie multicolor? Lasciamo pure che le metta. D’alema gode nell’andare in TV a parlare male di Renzi facendolo diventare via via più simpatico a tutti? Che continui allora. Lilli Gruber si vede tanto più bella quanto la sua bocca diventa più gonfia? Che si gonfi pure finchè può. Daniela Santanchè gode nell’esprimere giudizi definitivi su qualsiasi questione le venga sottoposta senza saperne praticamente nulla? C’è libertà di parola. Purtroppo.

Le cose che ci provocano piacere sono inspiegabili e personalissime.

Una volta conosciuta una Signora che impazzisce per Rousseau sono disposto a credere che per ognuno di noi, anche la persona all’apparenza più mite e contenuta, esista qualcosa o qualcuno che lo possa mandar fuori di senno. In senso positivo intendo. 

Solo di un tipo di piacere ancora non ho avuto riscontro: non ho mai incontrato nessuno che provi un qualche sollazzo a guardare un programma condotto da Lorena Bianchetti. Eppure lei continua a farli, quindi un qualcuno che brami per avere un suo autografo ci dovrà pur essere da qualche parte.

Un po’ come la questione degli UFO o il miracolo di San Gennaro: se ne sente parlare tanto  ma se poi vai ad indagare non trovi mai nessuno che abbia veramente visto con i suoi occhi né un’astronave né il famoso sangue che si liquefà ogni anno nello stesso periodo puntuale come solo il Festival di Sanremo.

Io, nel mio piccolo e per amore della scoperta scientifica, continuerò a cercare un essere umano in carne ed ossa (possibilmente non vestito con una gonna color rosso cardinalizio e residente in area vaticana) che sia pronto a giurarmi di provare sollazzo alla visione della Bianchetti in TV. Questa sarà la mia missione nei prossimi mesi. Lo giuro.

Ma già da ora so di aver scelto una sfida improba e temo che sarebbe assai più facile che mi si palesasse davanti un E.T. verdastro anche lui curioso di sapere notizie  della famosa ampolla di San Gennaro, piuttosto che trovare qualcuno sognante davanti alla TV alla vista della Bianchetti mentre conduce uno dei suoi coraggiosi talk show del pomeriggio.

A meno che non mi imbatta nella Bianchetti stessa mentre si riguarda una sua registrazione. Ma ho come l’idea che anche lei a quell’ora preferisca sollazzarsi guardando Beautiful.