giovedì 29 marzo 2012

E SE MADONNA FOSSE UN UOMO?

Premessa uno: questo non è un blog musicale, ma dato che negli ultimi giorni sono stato, come chiunque navighi su una qualche piattaforma sociale, inondato di link e post relativi all'uscita di MDNA, l'ultimo lavoro di nostra signora dei miracoli Madonna, per una volta lo diventerà.

Premessa due: anche se abbastanza trasversale, sono un semplice fruitore di musica, che ha un piccolo passato di militanza in una rock band, musicalmente molto distante dal mondo di Madonna e similari.

Premessa tre (alla luce di quello che ho letto in questi giorni): io posso anche dire che una cosa mi fa orrore e basta, ci sta ed è accettabile, ma non siamo in zona recensioni musicali, bensì in zona gusti personali, condivisibili o meno. Il che va benissimo, basta non spacciarsi per ciò che non si è o darsi da soli delle patenti che non si posseggono. Se invece scrivo che una tal cosa non funziona o non mi piace, motivando il perché di tale giudizio, allora siamo già più vicini al concetto di giudizio critico. Se si aggiunge anche una qualche competenza musicale e storica dell’artista, allora abbiamo fatto bingo!

Bene, dopo aver letto le recensioni di alcuni fantomatici blogger che si spacciano per critici musicali e che sanno di musica quanto me di motori, ho deciso di dire la mia, anche perché, nel frattempo, ho avuto il tempo di ascoltare per bene l’album, il che dovrebbe essere un atto propedeutico allo scriverne, bene o male che sia. Sembrerebbe ovvio, ma leggendo alcune osservazioni postate qua e là sul web in questi giorni, l’unica cosa ovvia è che chi le ha scritte o non ha ascoltato il disco o, se lo ha fatto, era distratto. Proprio come me quando c’è Vespa alla TV: la guardo ma non la vedo.

Dico subito che l’album MDNA si colloca a pieno diritto tra i migliori prodotti della popstar di sempre e che il tempo gli darà giustizia aldilà delle vendite che, peraltro, sembrerebbero partite a gonfie vele. Va anche sottolineato che i migliori lavori, musicalmente parlando, di Madonna sono, da sempre, quelli più controversi e meno accettati dal grande pubblico, vedi EROTICA o AMERICAN LIFE. Va però aggiunto, tanto per dare la dimensione del fenomeno Ciccone, che anche il suo lavoro meno venduto ha raggiunto, a tutt’oggi, la ragguardevole cifra di circa i 4 milioni di copie ufficialmente registrate, ossia più di quelle che la maggioranza di altri artisti cosiddetti di successo riesce a vendere in un’intera carriera.

Sono punti fondamentali per chiedersi quale sia la molla che ancora spinge Madonna, 53enne diva mondiale con oltre 300 milioni di dischi venduti, a rimettersi di nuovo in gioco in un mercato musicale che è totalmente cambiato negli ultimi 5 anni. La risposta sta nella domanda stessa ed è poi la ragione primaria del suo successo trentennale: Madonna è un concentrato  dell'urgenza tipicamente umana del doversi costantemente mettersi alla prova. Fin dai suoi primi dischi è come se avesse qualcosa da recuperare, da spiegare, qualcuno contro cui lottare. Molti di noi hanno  conosciuto questo senso di rivalsa per un periodo della propria vita, poi si sono quietati. Lei no.

La follia di Madonna, che c’è ed è lampante, non è come per altri artisti nell’alcool o nelle droghe, è  nel dover superare il proprio limite, sempre. Basta osservarla all'azione in concerto per capirlo, è sempre focalizzata su ciò che sta facendo. La Ciccone è stata spesso paragonata ad un atleta. Il paragone è calzante ma erroneamente motivato: non è la forma fisica ad accumunarla agli atleti, ma la forma mentis, l’essere tarata per la sfida, per il lavoro duro, per il superarsi costantemente. E’ qualcosa, che a questi livelli, sfiora la patologia. Qui c’è la spiegazione della continuità del fenomeno Madonna. Ovviamente in aggiunta ad un cospicuo numero di brani che hanno fatto la storia del pop degli ultimi decenni.

Non ha assolutamente senso recensire un disco di Madonna senza tener conto di questa sua necessità costante di cambiamento e di sfida. Per la stessa ragione non ha senso paragonare i suoi lavori tra di loro. A 53 anni, Madonna è tuttora proiettata in tutto e per tutto nel presente, e anche quando in MDNA si autocita, lo fa in maniera sprezzante ed ironica, da ogni nota scelta e da ogni arrangiamento costruito si percepisce che non è una che vive nel rimpianto del passato.

MDNA è, oggettivamente, l’album della maturità. Dentro c’è tutto ed è tutto voluto, sia dal punto di vista musicale sia sul versante dei testi. MDNA è un raro esemplare della sempre più ristretta categoria dei concept album, visto che ormai quel poco di industria musicale rimasta (soprattutto quella del pop) vive prettamente di singoli da scaricare subito e da consumare in brevissimo tempo.

MDNA è invece sorretto da un comune filo conduttore nei contenuti, è pieno di ammissioni personali, i testi sono altamente intimi anche quando nascosti (specialmente nella prima parte del disco) dietro arrangiamenti stridenti, freddi, elettronici, che, per opposto, finiscono per dare una chiave di lettura ancora più sentita a ciò che viene cantato.

Ma MDNA è soprattutto un album insolito dal punto di vista vocale per Madonna. Cosa che nessuno ha scritto, almeno mi sembra. Chi conosce un po’ i suoi lavori, si accorge subito dell’insolito utilizzo della voce in falsetto (con echi da operetta in alcuni punti) e dell’abbondanza negli arrangiamenti vocali, di controcanti e di timbriche inedite  rispetto al passato. Come se Evita avesse deciso, sotto effetto di stupefacenti, di cantare Erotica e Ray of light ballando nel contempo fino a farsi uscire il sangue dai piedi.

La cosa che lascia perplessi piuttosto, vista la ricchezza musicale del disco, è la scelta dei primi due singoli che, a mio avviso, sono i meno rappresentativi dell’album, assai ricco di brani ben più importanti come GANG BANG, I FUCKED UP, LOVE SPENT, I’M ADDICTED, SUPERSTAR, MASTERPIECE, solo per citarne alcuni.

La cosa più curiosa del fenomeno Madonna è piuttosto il fatto che, ogni volta che un suo lavoro esce, sembra che la signora debba ridimostrare tutto da capo. E’ ancora più curioso perché con i cantanti uomini “storici” questo non accade mai, nessuno utilizza approcci “di sufficienza”  recensendo il lavoro di un Vasco Rossi, o del compianto Micheal Jackson, e si che ce ne sarebbe da dire sull’originalità dei loro ultimi CD..

Nel caso degli artisti uomini non esiste quasi mai la critica spietata fine a sé stessa, quella che scivola nel personale e sminuisce l'artista a prescindere dal prodotto finale, mentre nel caso di Madonna ad ogni ennesima uscita la parata di giudizi, rigorosamente non musicali, si ripete puntualmente, lasciando in secondo piano la questione artistica.

MDNA è un album riuscitissimo, un disco che potrebbe tranquillamente essere prodotto da una fanciulla alle prime armi animata dalla voglia di dimostrare tutto a tutti. E’ oggettivo: si passa dalla cassa quadrata, agli arrangiamenti orchestrali, dal brit-rock alle ballate intime ed il tutto sempre ad altissimi livelli, senza perdere mai l'impronta personale a legare il tutto.

La butto là: non sarà che Madonna, una che ha avuto sul mondo della musica pop lo stesso impatto rivoluzionario che ha avuto Andy Warhol nel rivedere il concetto di arte contemporanea, sta sulle balle a tanti per aver ottenuto tantissimo (anche più dei suoi  colleghi uomini) senza dover dire grazie a nessuno, senza dover sposare qualcuno che l’aiutasse, senza cantare come fa una Celine Dion, ma facendo sempre autonomamente quello che voleva, senza mai scusarsi per essere quello che è, e che questo, ad una donna, ancora nel 2012, non viene perdonato?












mercoledì 21 marzo 2012

ELISABETTA CANALIS TESTIMONIAL DELLA SETTIMANA DEL CERVELLO..

Scoprire che Elisabetta Canalis è la testimonial della settimana del cervello è stata la cosa più divertente capitatami negli ultimi giorni. Voi direte che non ho una vita molto allegra probabilmente, il che potrebbe essere vero, ma a me sta cosa ha fatto troppo ridere. Per carità Elisabetta, sei una ragazza sveglia, lo sappiamo, ma da qui ad essere presa a modello di utilizzo del cervello.. Diciamo che prima di te mi verrebbero in mente anche altri nomi, che so, Margherita Hack, Umberto Eco, ma anche Floradora, il cane di Paolo Limiti, poi subito dopo loro, tu. Ma dopo.



Pubblico qui sopra i documenti affinchè non si dica che parlo senza cognizione di causa: giudicate voi a chi fareste completare i puntini dall'uno al sessanta sulla settimana enigmistica se lo scopo fosse quello di ottenere una figura se non altro interpretabile a grandi linee.

Lo so, la campagna in questione non è legata alle facoltà intellettive, ma alla prevenzione di alcune patologie, solo che vedere la faccia sanremese dell'Elisabetta associata al concetto di cervello è proprio una roba che farebbe ridere anche Mario Monti, che non è propriamente incline alla risata grassa.

E' come se mettessero il faccione con il capello cotonatissimo di Rita Levi Montalcini sul manifesto pubblicitario che reclamizza il tour per la selezione delle nuove veline o quello supersiliconato di Moira Orfei acchittata a madonna circense come testimonial di una campagna contro lo sfruttamento degli animali: trattasi di palese contraddizione in termini.

Però Elisabetta, conscia della facile ironia di cui potrebbe essere vittima, sta lavorando molto per dimostrare di essere degna di interpretare la testimonial per la settimana del cervello: ha ripreso in mano i libri di geografia scoprendo la Basilicata, il goniometro per le figure tonde (sulle rette parallele è già brava di suo, le disegna bene e sa spiegare senza problemi il concetto di queste due linee che, sembra, non si incontrino mai) e sta imparando a twittare da sola senza sbagliare le doppie.

Elisabetta è la quintessenza dell'Italia di oggi: il dramma non è che sia diventata famosa perchè si è spogliata per un calendario, ma che una volta rivestitasi non ha saputo fare o dire altro. Tranne le figure geometriche tonde, ma lì c'è il goniometro che l'aiuta e quindi non conta.

Va anche detto, ad onor del vero, che la Canalis è stata vittima in prima persona di una delle piaghe che affliggono l'Italia impedendole di crescere come paese: la fuga di cervelli all'estero. Elisabetta infatti, sottostimata e sottoretribuita in patria, ha dovuto cercare fuori dai nostri confini un riconoscimento che qui tardava ad arrivare ed è così che, come tanti altri scienziati e ricercatori  incompresi, si è ritrovata a chiedere lavoro negli Stati Uniti, il paese della speranza, il paese dove ognuno ha una possibilità se ha le capacità per saper fare e voglia di lavorare.

E' sull'onda di questa chance che Elisabetta è approdata a Dancing with the Stars, il Ballando con le Stelle targato USA. Ma gli americani, che sono intelligenti e altruisti, intuento subito il potenziale inespresso della fanciulla, hanno fatto in modo di eliminarla alla prima puntanta per non privare l'Italia di cotanta speme per il futuro.

Si dice che Elisabetta si rimasta molto male per questa eliminazione e che, stoica, abbia deciso di darci dentro con le lezioni di danza per dimostrare di saper anche (?!?) ballare, quindi è corsa in un negozio di elettrodomestici per comprare delle scarpette da ballo, ma pur insistendo con le commesse, alla fine, delusa, non le ha trovate e ha dovuto rinunciare al suo sogno di danzare.

Noi italiani, dal canto nostro, siamo lieti che da Euronics non vendano scarpette da ballo, perchè così Elisabetta, seppur con la tristezza di chi ha avuto il proprio sogno infranto, ha deciso di rimanere nel suo paese di origine, dove per fare tanti soldi non è richiesta alcuna attitudine particolare.

Bentornata Elisabetta, l'Italia ha tanto bisogno di gente come te.

martedì 20 marzo 2012

LA SIGNORA VANONI E L'INASPETTATO OROSCOPO DOMENICALE.

L'ultima domenica è stata sorprendente per vari motivi. Primo, perchè ho conosciuto Ornella Vanoni sul molo di Ostia. Beh, non proprio lei, ma poco importa perchè la signora in questione le somigliava molto. O forse no, ma non conta.

Secondo perchè, a distanza di decenni, spronato da alucni amici, ho rimesso le mie chiappe su una bicicletta e sempre spinto da loro, da Zen in particolare, mi sono avventurato dapprima sul treno che da Roma porta ad Ostia e da lì, dopo che un'amica altruista mi ha prestato la sua bici (fucsia.. ma anche nelle cose belle la perfezione latita..) abbiamo iniziato a percorrere il lungomare romano.

La prima bella notizia è che posso confermare (contraddicendo uno dei miei recenti post) che il detto "..è come andare in bicicletta: una volta imparato non si dimentica" è verissimo: non solo non sono caduto evitando le risatine di scherno dei romani a passeggio per il porto turistico di Ostia, ma ho anche prontamente schivato tanti simpatici bambini indisciplinati e tutti gli adulti che, fregandosene della pista ciclabile, ci camminavano sopra o ci stazionavano per consentire ai loro cani di lasciarci un bel ricordo.

A ragion del vero devo anche ammettere che però non ho incrociato nessuno che sulla pista ci stesse schiacciando un pisolino, ma la cosa, più che al senso civico, credo sia attribuibile al fatto che c'era molto vento e la ciclabile, che costeggia proprio la spiaggia, non avrebbe consentito un comodo riposo.

Fatto sta che ad un certo punto arriviamo sul molo ed iniziamo a scattare delle foto, eccitati come dei bambini in gita. Ed è lì che La noto, anzi, ri-noto. Perchè la signora dai capelli arancione/rosa, perfettamente truccata e vestita, con un'aria molto colorita ma chic e che ora mentre guarda il mare da le spalle a tutti,  l'avevo già notata poco prima sul nostro treno, facendo segno ai miei amici di guardarla per la somiglianza con Ornella Vanoni.

Va detto: la bella signora non passa certo inosservata.

E ora è di nuovo lì, proprio di fianco a noi che scattiamo foto. E, giuro,  sta ballando! Ha dei modernissimi auricolari ed ondeggia seguendo la musica mentre guarda il mare. La cosa mi colpisce anche perchè ha due stampelle poggiate al suo fianco che ha abbandonato per dondolarsi, deduco dai suoi movimenti, a tempo di walzer. E' obiettivamente affascinante e assolutamente avulsa dal contesto coattissimo di gente terribile che le gira intorno, noi per primi.



Marzio rapito dalla fanciulla non più verdissima, non avendo il coraggio di chiederle di farsi scattare una foto insieme, lo chiede a me, che non facendomi pregare due volte, la guardo, e sorridendo le faccio cenno che dovrei dirle una cosa.
La signora si toglie gli auricolari e sorridendo di ritorno, annuisce e fa segno di parlare. Fatta la domanda, subito acconsente: “potete fare quello che volete ma prima vi devo chiedere un favore.”
Ammetto di essermi allarmato subito, la gita era stata bella fino ad allora e, pensando subito ad un contrattempo, ho immediatamente immaginato che stesse per chiederci di accompagnarla da qualche parte viste le due stampelle. La signora mi smentisce subito: “scusatemi, ma non riesco proprio ad allacciarmi la scarpa, faccio fatica a piegarmi… potreste?!?”.
Sciolti dall'inaspettata richiesta come un cremino sotto il sole di mezzogiorno di un 15 agosto e conquistati senza riserve dalla sua lievità, ci chiniamo all’unisono tutti e tre per accontentarla. Vince Zen che tra noi è il più vicino ai suoi piedi  e che, entusiasta come sempre,  subito si gasa, probabilmente per aver fatto “il nodo ai lacci di una scarpa più bello che si sia mai visto”.
Da quel momento diventiamo subito amici. La Signora Lia, così dice di chiamarsi, aggiungendo anche il cognome che però non ricordo, tende la mano sinistra per presentarsi   “la mano del cuore, perché l’altra è paralizzata per lo stesso motivo per il quale sono  costretta a girare con le stampelle”. Lo dice come se parlasse di una cosa qualsiasi, senza rammarico o autocommiserazione. Infatti subito dopo inizia a chiederci cosa facciamo lì e... di che segno zodiacale siamo!
Normalmente a questo punto della conversazione girerei i tacchi e me ne andrei, ma qui non si trattava di dire cose banali come quando non si sa cosa altro dire, la signora Lia era solamente ansiosa di spiegarci in maniera puntuale i nostri caratteri. Alla fine abbiamo appurato che Zen è caparbio ed avrà la sua fortuna dopo i 40 anni, che Marzio ha le mani bucate e deve stare attento a spendere e che io vado d’accordo con 6 segni dello zodiaco a differenza di tutti gli altri che invece riescono a convivere solo con 3, aggiungendo che sono equilibrato ma ambizioso.
Inoltre ci spiegava come per noi uomini fosse facile trovare una donna per il tristemente noto rapporto 1 a 8, ma che dovevamo sperare di non trovarla capricorno, perché badano troppo al sesso e quindi vanno con chiunque capiti. Sembrava piuttosto sollevata dal fatto che nessuno di noi fosse capricorno. Mi viene da pensare che un qualche suo amante troppo biricchino fosse stato del capricorno. In realtà con la scusa dei segni la Signora Lia ci racconta in pochi minuti che lei è come Zen, caparbia, perchè è un toro e per questo è riuscita a mettere su ben tre negozi nei quali, ancora oggi ad 85 anni, ogni mattina va a lavorare.
Aggiunge pure che una sua amica, "poverina, morta molto giovane per colpa di un inesperto dottorino, mentre lei apriva i suoi negozi, aveva già fallito 40 volte. Ma non era colpa sua, aveva solo le mani bucate a causa del suo segno zodiacale. Sbagliato..".
Diciamocelo, a livello di carattere e zodiaco, non ne ha praticamente azzeccata una. Ma era talmente affascinante starla a sentire che è stato un piacere annuire convinti che avesse ragione su tutta la linea.
Abbiamo passato alcuni minuti in sua compagnia, scattando infine la tanto agoniata foto di gruppo. Lia (ormai siamo amici) ci da appuntamento per le prossime domeniche perchè, dice, lei va sempre lì partendo da Roma: deve fare esercizio fisico e camminare.



Ci congediamo rallegrati dall'incontro sorridendoci a vicenda, e noto che le persone intorno ci stanno osservando: immagino che debba essere insolito vedere tre ragazzi chiacchierare amabilmente con una signora agè assai truccata e colorata.
Riprendiamo le nostre bici perrendo il molo per tornare in strada, mi giro e vedo che Lia ha già rimesso i suoi auricolari ed ha ripreso ad ondeggiare guardando il mare, ora però sono certo che non stesse ascoltando alcun valzer: sono fermamente convinto che dalle sue cuffiette stia uscendo della battente musica hard-house e che ondeggi solo perchè quella stupida anca non le permette di saltare.
Sciocca anca.








venerdì 16 marzo 2012

AngelinO Jolie e AngelinA Alfano... separati alla nascita!

Mi sono svegliato questa mattina con l’idea (malsana, mi rendo conto) che Angelino Alfano e Angelina Jolie siano due esseri umani separati alla nascita, con in comune ben più che il semplice fatto di abitare lo stesso suolo terrestre. Mi rendo anche conto che non è che sia fondamentale come pensiero, ma tant’è!
Sarà che ieri sera leggevo che il Vespone nazionale aveva incontrato non pochi problemi  cercando di invitare nel suo salotto televisivo  l’amico anziano di Mariano Apicella, noto anche come Silvio Berlusconi, il diretto superiore dell’Angelino. Quest’ultimo, tentando di smarcarsi da cotanta ed ingombrante eredità, non vuole che Silvio vada in TV a parlare di politica visto che ora il capo del PDL è lui e quindi grande ciarlare con tanto di inviti annunciati e poi ritrattati. Che vita che deve condurre il piccolo Angelino.
Ma il povero Angelino, troppo preso da questo eterno paragone con Silvio, non ha ancora realizzato che i problemi che potrebbero intralciare la sua inarrestabile e meritatissima ascesa,  non deriverebbero tanto dal parallelo con Mister Mediaset ma da quello, assai più calzante secondo me, tra lui e Angelina Jolie: e se dal confronto con un’attrice d’oltreoceano uscisse già perdente come potrebbe, che so, confrontarsi in futuro con un eventuale leader del PD? Precorro i tempi, lo so, perché tanto di leader nel PD, grazie al cielo, non se ne intravedono, però…
Mi accingo a motivare l’azzardato parallelo tra il delfino del PDL e la Parietti di Hollywood.
Intanto i due condividono non solo il nome di battesimo, ma anche l’amore che lega entrambi ad un uomo più grande, affascinante e con una solida posizione sociale. Magari i loro pigmalioni non saranno esattamente tutti e due proprio bellissimi, però anche Brad Pitt ha un suo fascino, forse ha avuto meno donne e avventure di Silvio, ma nel suo piccolo si difende anche lui.
Così come Angelina ha poi da poco debuttato alla regia,  anche Angelino ha da poco preso le redini del Popolo delle Libertà. Entrambi quindi sono in carriera. Entrambi con due lavori di grande caratura ed impegno. Entrambi focalizzati sui loro obiettivi: Angelina sul set si ritrova a capo di una flotta di attricette pronte a tutto pur di sfondare a Hollywood e anche Angelino si ritrova spesso a dirigere congressi  folti di attricette pronte a tutto pur di sfondare.
Va detto peraltro che fisicamente la Jolie sarebbe perfetta per il partito di Angelino: una Minetti all’ennesima potenza, con tettone, labbroni e capelloni fluenti, praticamente già pronta per una poltrona da Consigliere Comunale in attesa di spiccare il volo verso qualche Ministero.
Entrambi compaiono spessissimo sui giornali in foto di coppia, dove sorridono per i paparazzi cercando di mostrarsi a tutti in pieno idillio. Ovviamente Brad e Angelina compaiono di più sui settimanali di gossip, mentre Silvio e Angelino li trovi sui quotidiani, ma essendo in Italia la differenza tra gli uni e gli altri assai irrilevante, si può tranquillamente asserire che entrambi sono per i paparazzi come il miele per gli orsi: irrinunciabili.
Angelina e Brad hanno adottato circa 100 figli di differenti etnie che educano, così almeno riferiscono i loro uffici stampa, all’idea del rispetto della differenza e delle reciproche libertà e che provano a crescere come cittadini del mondo, mondo intenso come uno, uno solo e di tutti.
Ecco qui, anche se poche, potrebbero intravedersi delle sottili differenze, perché nel PDL le particolarità che distinguono gli esseri umani come le etnie, non è che siano viste proprio benissimo, a meno che non riguardino una qualche bella fanciulla in fiore  proveniente da un qualche paese mediorientale, che rivendichi una qualche parentela di alto livello, per il resto non è che ci sia molta attenzione alla salvaguardia del diverso.
Ma questa è l’unica differenza che posso rilevare tra i due, perché sul concetto di mondo come uno e uno solo già i paralleli si ritrovano: anche Silvio ha sempre detto ad Angelino di considerare il mondo come un tutt’uno. E tutto suo.

lunedì 12 marzo 2012

I PROVERBI INATTENDIBILI E STUDIO APERTO.

Dal momento in cui ho scoperto che quando si dice "a caval donato non si guarda in bocca" per donato non si intende il nome del quadrupede ma il fatto che se una cosa è regalata non si deve stare tanto a questionare,  mi si è aperto un mondo sulla faccenda dei detti e sulla loro pretesa di insegnarci qualcosa di retoricamente saggio. Un cavallo regalato? Intanto chi regalerebbe un cavallo (ma anche un semplice pony) oggi giorno? Prendendo però questo proverbio per vero, allora varrebbe che se un regalo è brutto, ma brutto sul serio, andrebbe bene comunque in quanto tale. Per chiarire meglio: siete allergici ai felini, vi regalano un gatto e voi  aprendo il pacco rischiate di rimanerci? Bene, mentre state soffocando dovreste comunque cercare di simulare un minimo di gratitudine e di felicità perchè trattasi di dono.

 Qualcosa non va.

Alla prova dei fatti vi dimostrerò che i proverbi e i modi di dire hanno più o meno la stessa attendibilità dell'oroscopo che ogni mattina trovate sulla free-press della metropolitana e che forse, ma solo volendo essere propositivi, possono essere un pelino più attendibili delle notizie di Studio Aperto. Ma solo un pò.

Io, ad esempio, non ho mai veramente capito che minchia significa quando le fanciulle, parlando dell'amica comune fidanzata da tre decenni con lo stesso tipo, convengono asserendo: "beh, dopo tanti anni che si sta insieme, o ti lasci o ti sposi...".
Io, quando sento questa frase fatta, mi preoccupo tanto. Sul serio. Perdonatemi se mi soffermo un attimo sulla faccenda. Allora, tu stai con uno che saresti propensa a lasciare perchè ormai dopo tanti anni vi lega la stessa passione che c'è nel fare la raccolta punti del supermercato, quindi che fai? Decidi, a rigor di logica, che non lo lasci, ma solo a patto che ti sposi. Suona bene, no? Ammettilo, a scuola non dovevi andare granchè per partorire un tale ragionamento simil-mentecatto. Ma scusate, è come uno che sta per attraversare un incrocio super-pericoloso e, pur sapendo che se non si ferma ci sono ottime possibilità che vedrà (fluttuando dall'alto) la lapide issata a suo ricordo sul ciglio stradale, invece di rallentare che fa? Accelera. Ribadisco, qualcosa non va, eppure chi cita questa frase assume sempre l'aria di chi crede di possedere la stessa saggezza dell'ultimo Paolo Brosio, quello illuminato sulla via di Medjugorie. Il che non è possibile perchè i depositari di cotanto sapere sono pochi e sceltissimi. Come i filetti di merluzzo surgelati, quelli di marca però.

Gli esempi sono infiniti e i detti elaborati da gente che per anni ha evidentemente pasteggiato con candeggina e similari, non si contano: "le cose migliori sono quelle inaspettate". Un treno in faccia forse non lo è? Eppure ci sono eventi più auspicabili di un frontale con un frecciarossa.
"Nella vita bisogna guardare sempre avanti". I più grandi cetrioli non arrivano forse da dietro? Io una sbirciatina alle mie spalle la darei.
O anche "altezza mezza bellezza". Fassino non è forse più alto di Pippo Baudo? Per questo diventa magicamente attraente? Per par condicio cito anche: "il vino buono sta nelle botti piccole". E il povero Brunetta allora? Però, va detto, lui ha dalla sua un gran bel carattere, affabile e simpatico, talmente tanto che infatti si è comunque sposato bene. Con una stragnocca. Una che è andata oltre le apparenze. Perchè "la bellezza non è tutto"... 

E ancora: "vedrai che una volta toccato il fondo non potrai che risalire." Ci sono chilometri di tunnel scavati da persone che, a forza di sentirsi dire "tranquillo che più in basso di così non si può scendere", sono praticamente arrivate a vivere in un monolocale sito nel nucleo del globo terrestre.

E' innegabile, c'è veramente un detto per ogni situazione ed è sempre, scientificamente, sbagliato.

Vogliamo parlare dell'abusato "meglio un uovo oggi che una gallina domani?". Alzi la mano chi veramente ci trova un qualsiasi senso percorribile, perchè qui sconfiniamo nel delicato campo del vale tutto e tutto il contrario, proprio come in politica per la TAV. Mettiamo anche che io mi mangi un uovo oggi, e poi domani e poi domani ancora. Ma chi lo dice che sta povera gallina partorirà uova tutti i giorni. E poi, non potrei tirarle il collo e comunque sfamarmi con certezza mangiandone un pezzo alla volta per una settimanella almeno? Per me questo detto rimane uno dei più oscuri.

Concludendo, io diffiderei dall'utilità di tutta questa saggezza tramandata come fosse oro colato. Ne terrei  certo conto, ma senza crederci troppo, proprio come quando uno guarda le news di  Studio Aperto e  sa che tanto le cose che stanno dicendo non sono poi vere fino in fondo. Certo, se tornasse a leggerle Paolo Brosio, allora...

martedì 6 marzo 2012

I CASSONETTI E L'ALITO. GLI OGGETTI MAL UTILIZZATI.

In generale, quante cose sono create per facilitare la nostra e (soprattutto) la vita altrui, eppure per qualche inspiegabile ragione non vengono utilizzate?
La maggioranza degli oggetti di cui siamo circondati ha, o dovrebbe avere, uno scopo ben preciso di utilizzo: con la scopa ci pulisci, con la lampadina ci fai luce, con lo spazzolino ti lavi i denti, però vivendo nella società (anche solo quel minimo indispensabile) ti accorgi subito di un'inquietante evidenza: nella legge che regola l'utilizzo quotidiano di alcuni oggetti qualcosa non torna.

Prendiamo proprio lo spazzolino da denti: presente praticamente in ogni italica casa, è lampante che non è che sia sempre utilizzatissimo da tutti. Non ditemi che non è capitato anche a voi di esservi maledetti da soli subito dopo aver salutato il solito tizio in ascensore provocando il suo buongiorno di ritorno che vi ha lasciato senza fiato per l'impatto del suo alito, costringendovi all'apnea, con il vostro volto che da roseo diventava violaceo, oppure di avere un collega di ufficio che vi obbliga a stare con le finestre aperte anche quando fuori c'è meno 10 per evitare di saturare l'ambiente col tanfo di carogna morta che la sua bocca soavemente emana. Se non vi è mai capitato cominciate a ricostruire le ultime settimane pensando se e quante volte il vostro collega d'ufficio corre con una scusa alla finestra quando voi entrate nella stanza e a fatevi due domandine...

L'indicatore di direzione nelle auto, detto anche freccia, è un'altra cosa di quelle il cui utilizzo è evidentemente ignoto ai più. Sta là a portata di mano eppure quasi tutti evitano di confrontarsi con questa realtà, fingono che non esista e, se per qualche retaggio culturale la utilizzano, lo fanno comunque in maniera estrosa e originale: procedo lentamente in mezzo alla carreggiata così tu, che stai subito dietro di me, non riesci a capire dove voglio andare e all'ultimo, ma solo all'ultimo, metto la freccia a destra e svolto con noncuranza a sinistra. Così, solo per confonderti un pò e movimentare un minimo la tua piatta giornata. Eppure la freccia è una cosa che potrebbe essere utilizzata con tranquillità perchè non è che la devi richiedere a parte quando compri una macchina, già c'è, è inclusa, e la rata mensile dell'auto non aumenta in proporzione alle volte che la azioni.

I secchioni dell'immondizia: va bene quando sono stracolmi, ma quando sono vuoti e i sacchetti della spazzatura vengono comunque posizionati di lato a questi lungo i marciapiedi? Eppure esistono questi contenitori, giusto? Tu ci sei di fronte, cosa ti cambia? Sprechi forse più calorie gettando i tuoi avanzi dentro il secchione? O semplicemente nel dubbio che una cosa vada o meno nell'umido, preferisci toglierti dall'impaccio e lasciare i resti del tuo pranzo in strada?

Le docce in palestra. Un richiamo a tutti: ci sono, utilizziamole pure in allegria e con piacere. TU, che in pausa pranzo corri ad allenarti perchè speri che una volta fisicato la tua vita sociale subisca un incremento esponenziale e poi, dopo aver sudato per bene, senza batter ciglio, rimetti camicia, giacca e cravatta e ritorni in ufficio senza aver fatto una doccia, proprio TU dovresti sapere che, uno, la doccia è inclusa nell'abbonamento della palestra, due, farla ti porta via solo 5 minuti, tre, puoi essere superfisicato ma se non ti lavi avrai sulle tue prede lo stesso effetto del raid sulle zanzare: le farai retrocedere già nel raggio di 4 metri.

Insomma, se le cose ci sono ci sarà un motivo, o no? Se a maggior ragione le paghi pure perchè poi finisci per evitarle come eviteresti tua suocera dopo i primi anni di matrimonio? E stai attento a non mischiare le questioni trattate: è l'immondizia che bisogna gettare nei contenitori appositi e non il tuo alito che deve sapere di cassonetto. Tanto per chiosare il tutto.

domenica 4 marzo 2012

ANCORA ZAPPING...

Su esplicita richiesta di quanti non hanno trovato i loro beniamini televisivi sezionati al microscopio nella lista del precedente post, mi accingo a lanciare la seconda tranche di pagelle, sottolineando che intendo mantenere sempre il massimo rispetto per chi contribuisce in maniera sostanziale allo sviluppo culturale di questo paese.

ALESSIA MARCUZZI.
Lo so, già c'era nella lista precedente, volevo solo ribadire che l'ho appena rivista in TV ed era ancora a gambe aperte. Suppongo, a questo punto, sia una scelta politica.

RAFFAELLA CARRA'
E' più bassa della Marcuzzi ma, come lei, mangia molto yogurt. Rispetto alla conduttrice dalle gambe spalancate, ha gli arti inferiori ormai serrati da anni. Ma ha anche meno colesterolo.

MARA VENIER.
Lei continua a professarsi la "vera regina della domenica di tutti gli italiani." Noi le ricordiamo che la domenica una vera regina del focolare se ne starebbe a casa sua tra i fornelli. Va riconosciutole però che lei è allegra, istintiva e sopra le righe. Sempre e comunque. In una parola: maleducata.

PAOLO BONOLIS.
Ha più di 50 anni, ma in Italia è ancora considerato il più colto e preparato tra i conduttori della nuova generazione. Baudo lo ha designato suo erede già 20 anni fa, ma quasi certamente sarà il Pippone nazionale a leggere il suo elogio funebre.

LUCA LAURENTI.
Con Costanzo condivide il fatto che non si capisce quasi nulla di quello che dice, ma nella televisione italiana non conta molto, in alcuni casi, anzi, potrebbe essere addirittura un vantaggio. Inoltre sia lui che Costanzo hanno trovato la propria cifra distintiva nel duetto comico con un altro partner maschile, Laurenti con Bonolis e Costanzo con la De Filippi.

ALDA D'EUSANIO
E' stata recentemente investita. Ma non aveva programmi in onda in quel periodo e quindi il dolo è da escludersi. L'unica ipotesi percorribile è l'errore di persona: puntavano a Barbara D'Urso.

LORELLA LANDI.
Approda, forte del suo carisma, delle sue capacità e della lunga gavetta, direttamente al pomeriggio del sabato di raiuno, dove, con puntualità e competenza, intervista personaggi più noti di lei che rispondendo alle sue domande hanno sempre l'aria di essere molto focalizzati nel tentativo di tenere a mente il nome di quella a cui stanno rispondendo. Della Landi salta subito agli occhi un'innata capacità di improvvisazione difficile da trovare altrove. Tanto per rendere l'idea, pubblico un commento fatto dalla Landi durante un'inattesa diretta sugli scontri tra  manifestanti e forze dell'ordine a Roma: "la polizia sta respingendo i manifestanti con l'uso degli IDRATANTI..." Ho ripetuto il cognome spesso, così magari qualcuno lo memorizza.

ALESSIO VINCI.
Erede di Mentana a Matrix. Si capisce subito che deve tener molto alla sua folta chioma che, qualsiasi argomento si tratti in trasmissione, risulta sempre fonata e lucente come quella di Ken, il marito di Barbie. Non si rilevano ulteriori tracce di personalità propria.

FEDERICA PANICUCCI.
Sostituisci la capigliatura di Ken con quella di Barbie e fai copia e incolla del commento sopra.

MILO INFANTE.
Un altro piuttosto fonato. In quota lega.

LORENA BIANCHETTI.
Suor Perfettina dell'Ordine ecclesiastico delle Carmelitane Vergini dai Candidi Manti in cerca della Svolta Divina della Prima Serata. E infatti giusto un miracolo servirebbe. In quota Vaticano.

ALFONSO SIGNORINI.
Non pago di dirigere un centinaio di giornali e di fare ospitate ovunque è diventato anche lui conduttore in prima persona. Meno male.

GABRIELLA CARLUCCI.
Si propone come comica fissa a Zelig con monologhi settimanali sui provvedimenti da lei firmati durante il suo mandato politico. Così sfonda definitivamente e smette di essere per tutti solo la sorella della donna bionica protagonista di uno spin-off mai decollato.

FIAMMETTA CICOGNA.
E' una, oggettivamente figa, che conduce un programma ansiogeno costruito con dei video in cui le persone muoiono mentre stanno riprendendosi nel tentativo di fare una cosa idiota. I filmati riguardano soprattutto animali feroci. Si suppone che la Fiammetta sia stata scelta in virtù del suo cognome. Meno male allora che la fanciulla non sia chiamata qualcosa tipo Fiammetta DALLA, perchè, se tanto mi da tanto, sai su Italia1 cosa ci facevano vedere..

FRANCESCO FACCHINETTI.
Ecco, lui potrebbe veramente essere il futuro della televisione italiana.. Siamo a cavallo.