mercoledì 20 febbraio 2013

ALL'IKEA O A VOTARE?


A vivere in Italia nel periodo di campagna elettorale si rischia seriamente di uscirne matti: i comici fanno discorsi più sensati dei politici e i politici che da decenni siedono (inutilmente) in Parlamento vanno in tv autoproclamandosi portatori sani di cambiamento e dando la colpa dello stato attuale delle cose a chiunque altro tranne che a loro stessi.

Definire questo "un periodo sopra le righe" è dir poco.

La confusione regna suprema. I veri perché della vita, quelli che potrebbero sbrogliare le esistenze, restano inevasi e al loro posto si farfugliano idee approssimative e mai risolutive.

Prendiamo i piumini dell’IKEA ad esempio, costano poco e sono caldi, va bene: ma perché, dico, perché non metterci una freccia, un asterisco, un segno, per indicare il verso nel quale il  sacco copripiumino deve essere infilato? Intere ore buttate via cercando di infilare nel senso giusto gli odiosi piumini, con la testa dentro il sacco per tirare da un lato così da spostare quello opposto appena sistemato. Un inferno.

Come mai nessuno pensa a proporre delle cose magari banali ma risolutive? Perchè?

Pensate ai parcheggi dei centri commerciali.

“Vado al centro commerciale così parcheggio facilmente, salgo, prendo tutto, riscendo e vado via”. Quando? Dico io: quando? Ditemi quando si parcheggia facilmente (tranne la mattina mentre si sta normalmente in ufficio)  in un centro commerciale? E, soprattutto, ditemi quando è successo che una macchina parcheggiata nel sotterraneo “E-24, colore rosa/nero tendente al blu cobalto, piano meno due salendo a piedi, zero prendendo l’ascensore” è stata ritrovata facilmente? La maggior parte delle persone che cerca Chi l’ha Visto non è mai scappata di casa ma vaga da giorni nei sotterranei di un centro commerciale alla ricerca della propria auto che “eppure era qui.”

E vogliamo parlare del dopo?

Perché, una volta ritrovata l’auto, non è possibile avere un cartello (uno solo) con una chiara indicazione dell’uscita? Fateci caso: o non ce ne sono proprio, oppure ce ne sono troppi e tutti in contraddizione tra di loro. E’ troppo chiedere di mettere una sola freccia chiara con scritto “qui si esce quindi se quindi giri dell’altro lato sei un minchione?”

Niente, non si riesce. A noi italiani, facilitarci la vita, non viene naturale. Le soluzioni semplici non ci vengono. Non fanno parte del nostro DNA. Come in politica: noi non ci sbarazziamo di quelli che hanno rubato ma li rieleggiamo, gli crediamo ancora nonostante i fatti smentiscano le loro chiacchiere e finiamo a tifare per loro o contro di loro come in una partita di calcio.

Posto che alcune cose sono ineluttabili nel tempo e che quindi  il verso dei piumini dell’IKEA rimarrà un mistero degno di Giacobbo e che continueremo a rimpiangere i familiari scomparsi nei  parcheggi dei centri commerciali, almeno a livello politico, adesso che andate a votare, cercate di semplificarle voi le cose.

Perché, essendo in democrazia, vi ricordo che voi potete esprimere la vostra preferenza per qualcuno che dovrà governarci nei prossimi anni, cosa che, mi rendo conto, non è così importante come il verso dei piumini del letto o come quello delle frecce per l’uscita dai parcheggi, ma ha comunque un suo impatto sulle nostre vite quotidiane. Per molti insignificante purtroppo.

Abbiamo la rara occasione di movimentare un po’ la palude politica in cui da decenni versa immobile l’Italia e sarebbe quindi il caso di dare un bel segnale che ne abbiamo le palle piene di giochini, bugie, inattivismo e ruberie varie.

Se dopo tutto quello che ha combinato questa classe politica andrete nella cabina elettorale a rivotare per l’ennesima volta le solite facce da culo che hanno come unica occupazione quella di farsi eleggere ad ogni costo  per poter continuare a salvaguardare non i vostri ma i loro interessi, allora tutta questa desolazione e mancanza di speranza per un futuro diverso sarà in primis colpa vostra.

Se proprio non ne potete fare a meno perché vi identificate fino alla commozione nel messaggio di grande rinnovamento etico (?!?) di Berlusconi, di Bersani, di Monti e compagnia bella, allora votateli pure, come è giusto e democratico che sia. Però ricordatevi: la prossima volta che sul tram o sotto l’ombrellone vi lagnerete perché “l’Italia è un paese di merda e non cambia mai niente” occhio che non si palesi qualcuno (assai stanco) che, avendovi ascoltato, democraticamente farà in mille pezzettini la vostra scheda elettorale facendovela ingoiare. 

Perché i politici potranno essere pure dei ladri, farabutti, incapaci ed inaffidabili, ma alla lunga anche il dubbio che voi elettori non siate particolarmente intelligenti finisce per palesarsi.