martedì 20 marzo 2012

LA SIGNORA VANONI E L'INASPETTATO OROSCOPO DOMENICALE.

L'ultima domenica è stata sorprendente per vari motivi. Primo, perchè ho conosciuto Ornella Vanoni sul molo di Ostia. Beh, non proprio lei, ma poco importa perchè la signora in questione le somigliava molto. O forse no, ma non conta.

Secondo perchè, a distanza di decenni, spronato da alucni amici, ho rimesso le mie chiappe su una bicicletta e sempre spinto da loro, da Zen in particolare, mi sono avventurato dapprima sul treno che da Roma porta ad Ostia e da lì, dopo che un'amica altruista mi ha prestato la sua bici (fucsia.. ma anche nelle cose belle la perfezione latita..) abbiamo iniziato a percorrere il lungomare romano.

La prima bella notizia è che posso confermare (contraddicendo uno dei miei recenti post) che il detto "..è come andare in bicicletta: una volta imparato non si dimentica" è verissimo: non solo non sono caduto evitando le risatine di scherno dei romani a passeggio per il porto turistico di Ostia, ma ho anche prontamente schivato tanti simpatici bambini indisciplinati e tutti gli adulti che, fregandosene della pista ciclabile, ci camminavano sopra o ci stazionavano per consentire ai loro cani di lasciarci un bel ricordo.

A ragion del vero devo anche ammettere che però non ho incrociato nessuno che sulla pista ci stesse schiacciando un pisolino, ma la cosa, più che al senso civico, credo sia attribuibile al fatto che c'era molto vento e la ciclabile, che costeggia proprio la spiaggia, non avrebbe consentito un comodo riposo.

Fatto sta che ad un certo punto arriviamo sul molo ed iniziamo a scattare delle foto, eccitati come dei bambini in gita. Ed è lì che La noto, anzi, ri-noto. Perchè la signora dai capelli arancione/rosa, perfettamente truccata e vestita, con un'aria molto colorita ma chic e che ora mentre guarda il mare da le spalle a tutti,  l'avevo già notata poco prima sul nostro treno, facendo segno ai miei amici di guardarla per la somiglianza con Ornella Vanoni.

Va detto: la bella signora non passa certo inosservata.

E ora è di nuovo lì, proprio di fianco a noi che scattiamo foto. E, giuro,  sta ballando! Ha dei modernissimi auricolari ed ondeggia seguendo la musica mentre guarda il mare. La cosa mi colpisce anche perchè ha due stampelle poggiate al suo fianco che ha abbandonato per dondolarsi, deduco dai suoi movimenti, a tempo di walzer. E' obiettivamente affascinante e assolutamente avulsa dal contesto coattissimo di gente terribile che le gira intorno, noi per primi.



Marzio rapito dalla fanciulla non più verdissima, non avendo il coraggio di chiederle di farsi scattare una foto insieme, lo chiede a me, che non facendomi pregare due volte, la guardo, e sorridendo le faccio cenno che dovrei dirle una cosa.
La signora si toglie gli auricolari e sorridendo di ritorno, annuisce e fa segno di parlare. Fatta la domanda, subito acconsente: “potete fare quello che volete ma prima vi devo chiedere un favore.”
Ammetto di essermi allarmato subito, la gita era stata bella fino ad allora e, pensando subito ad un contrattempo, ho immediatamente immaginato che stesse per chiederci di accompagnarla da qualche parte viste le due stampelle. La signora mi smentisce subito: “scusatemi, ma non riesco proprio ad allacciarmi la scarpa, faccio fatica a piegarmi… potreste?!?”.
Sciolti dall'inaspettata richiesta come un cremino sotto il sole di mezzogiorno di un 15 agosto e conquistati senza riserve dalla sua lievità, ci chiniamo all’unisono tutti e tre per accontentarla. Vince Zen che tra noi è il più vicino ai suoi piedi  e che, entusiasta come sempre,  subito si gasa, probabilmente per aver fatto “il nodo ai lacci di una scarpa più bello che si sia mai visto”.
Da quel momento diventiamo subito amici. La Signora Lia, così dice di chiamarsi, aggiungendo anche il cognome che però non ricordo, tende la mano sinistra per presentarsi   “la mano del cuore, perché l’altra è paralizzata per lo stesso motivo per il quale sono  costretta a girare con le stampelle”. Lo dice come se parlasse di una cosa qualsiasi, senza rammarico o autocommiserazione. Infatti subito dopo inizia a chiederci cosa facciamo lì e... di che segno zodiacale siamo!
Normalmente a questo punto della conversazione girerei i tacchi e me ne andrei, ma qui non si trattava di dire cose banali come quando non si sa cosa altro dire, la signora Lia era solamente ansiosa di spiegarci in maniera puntuale i nostri caratteri. Alla fine abbiamo appurato che Zen è caparbio ed avrà la sua fortuna dopo i 40 anni, che Marzio ha le mani bucate e deve stare attento a spendere e che io vado d’accordo con 6 segni dello zodiaco a differenza di tutti gli altri che invece riescono a convivere solo con 3, aggiungendo che sono equilibrato ma ambizioso.
Inoltre ci spiegava come per noi uomini fosse facile trovare una donna per il tristemente noto rapporto 1 a 8, ma che dovevamo sperare di non trovarla capricorno, perché badano troppo al sesso e quindi vanno con chiunque capiti. Sembrava piuttosto sollevata dal fatto che nessuno di noi fosse capricorno. Mi viene da pensare che un qualche suo amante troppo biricchino fosse stato del capricorno. In realtà con la scusa dei segni la Signora Lia ci racconta in pochi minuti che lei è come Zen, caparbia, perchè è un toro e per questo è riuscita a mettere su ben tre negozi nei quali, ancora oggi ad 85 anni, ogni mattina va a lavorare.
Aggiunge pure che una sua amica, "poverina, morta molto giovane per colpa di un inesperto dottorino, mentre lei apriva i suoi negozi, aveva già fallito 40 volte. Ma non era colpa sua, aveva solo le mani bucate a causa del suo segno zodiacale. Sbagliato..".
Diciamocelo, a livello di carattere e zodiaco, non ne ha praticamente azzeccata una. Ma era talmente affascinante starla a sentire che è stato un piacere annuire convinti che avesse ragione su tutta la linea.
Abbiamo passato alcuni minuti in sua compagnia, scattando infine la tanto agoniata foto di gruppo. Lia (ormai siamo amici) ci da appuntamento per le prossime domeniche perchè, dice, lei va sempre lì partendo da Roma: deve fare esercizio fisico e camminare.



Ci congediamo rallegrati dall'incontro sorridendoci a vicenda, e noto che le persone intorno ci stanno osservando: immagino che debba essere insolito vedere tre ragazzi chiacchierare amabilmente con una signora agè assai truccata e colorata.
Riprendiamo le nostre bici perrendo il molo per tornare in strada, mi giro e vedo che Lia ha già rimesso i suoi auricolari ed ha ripreso ad ondeggiare guardando il mare, ora però sono certo che non stesse ascoltando alcun valzer: sono fermamente convinto che dalle sue cuffiette stia uscendo della battente musica hard-house e che ondeggi solo perchè quella stupida anca non le permette di saltare.
Sciocca anca.








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