venerdì 22 marzo 2013

BERSANI: GOVERNO CON MEMOLE DOLCE MEMOLE?


E così è già tempo di nuovi governi. Mentre Bersani cerca di portare a casa un Governo senza avere i numeri per farlo (ma voci accreditate parlano di disponibilità già ottenuta da parte di Gundam alle Infrastrutture e Sviluppo e di Memole dolce Memole alle Pari Opportunità) è giusto rendere omaggio ai protagonisti della politica di questi giorni, trombati e non, con un epitaffio a ricordo delle loro gesta, sempre ragguardevoli e tese al miglioramento della condizione di questo paese e mai al mero interesse personale. Mai.

GIANFRY FINI
Il trombato più illustre di queste elezioni. Da quando si è fidanzato con la giovane ed avvenente Tulliani (con tanto di prole) politicamente parlando non ne azzecca più una. Ma Gianfranco non è triste: avrà molto più tempo libero per starsene con la sua Elisabetta, accoccolati su un divano a cinguettare parole d’amore davanti ad un bellissimo mare: quello di Montecarlo.

BERLUSCONI
Lui perde ma vince sempre. Cade ma si rialza più spavaldo di prima. Va da Santoro e in poche ore manda in vacca la carriera del giornalista tutta costruita sulla storica diatriba tra i due. Porta la nomenclatura (?!?) del PDL a manifestare contro i Giudici di Milano riuscendo anche a far terminare la protesta senza che nessuno di questi (con l’occasione ghiotta) venga arrestato. Berlusconi è un tale prodigio che andrebbe studiato nelle Università. Tra l’altro lui sarebbe molto felice di tenere in prima persona delle lezioni di approfondimento parlando di se stesso: si sa che nelle facoltà di comunicazione c’è sempre una preponderanza di giovani studentesse e, almeno in queste occasioni, siamo certi che non ricorrerebbe al legittimo impedimento.

OSCAR GIANNINO
Il caso di queste elezioni. Si è scoperto che non ha né master né lauree, che non è mai andato allo zecchino d’oro e che a causa del proprio ego ha mentito spessissimo su tutto ciò che lo riguarda. Nel caso di Berlusconi credenziali come queste gli hanno consentito di governare per decenni, nel caso di Giannino invece hanno sancito la sua morte professionale e politica.

ENGIE ALFANO
Fidato e umile, a disposizione di Silvio sempre e comunque. Si dice che al mattino gli porti pure il giornale direttamente ad Arcore, con il vantaggio che poi Silvio non deve neanche farlo scendere per il bisognino.

LA BINDI
Tutti molto preoccupati per la Rosy che da quando il PD ha vinto le elezioni (perdendole) evita di farsi vedere troppo in pubblico adducendo impedimenti dovuti a malanni di stagione che non passano più: la vergogna deve provocare un brusco abbassamento delle difese immunitarie.

PIERLU BERSANI
Il Giletti del PD: come nessuno è in grado di spiegare per quale motivo Massimo Giletti sia il conduttore di punta di Raiuno, allo stesso modo non risulta chiaro il perché Bersani ad un certo punto si sia ritrovato ad essere il candidato premier del PD, con la differenza che perfino a Rai1 hanno capito che affidare Sanremo a Giletti significherebbe decretarne la fine. Ma si sa: i dirigenti del PD non sono così scaltri e all’avanguardia come la sovversiva Rai1.

RENZI
Solidale col PD in pubblico, gongola in privato al grido di “Tiè! Tiè! Tiè!”. Come dargli torto: errare è umano, perseverare è PD.

SUOR BINETTI
Entra, non entra, entra, non entra: è entrata! Alla fine Nostra Signora Paola dell’Ordine dei Cilici Sanguinanti ce l’ha fatta di nuovo ed è rientrata tra gli eletti. Ed è un bene, perché nel nostro Parlamento è giusto che siedano gli uomini e le donne di tutte le correnti culturali di questo paese moderno e all’avanguardia e ben venga quindi che ci sia anche qualcuno che rappresenti un sano oscurantismo medievale.

IL GRILLO BEPPE 
La rivelazione di queste elezioni, l’unica vera novità. Fossimo a Sanremo saremmo in presenza di quel tipico caso in cui l’escluso della prima serata, il meno accreditato, il giorno dopo si ritrova in testa alle classifiche di vendita e diventa il cantante italiano più noto di tutti i tempi. Un po’ quello che successe a Vasco Rossi, sperando che anche Grillo non riproponga lo stesso disco per trent’anni di seguito.

MACRO MARONI
Esce dal Parlamento e diventa governatore della Macro Regione (lui la chiama così) Lombardia i cui abitanti, nonostante tutto quello che è successo recentemente, hanno evidentemente piacere a girare con il Pirellone ben piantato tra le loro chiappe.

FORMIGONI
Ha cambiato più appoggi a candidati alla regione Lombardia lui in due settimane che Veline Striscia la Notizia in trent’anni. Alla fine ha preso il treno Maroni e di nuovo è caduto in piedi. Tutti di nuovo felicemente seduti, chi dentro al Pirellone chi in Parlamento. Il testimonial ideale di Poltrone e Sofà

MONTI
Che politicamente non fosse uno stratega si era capito fin da quando ha scelto di ‘salire in politica’ alleandosi con Fini e Casini, riuscendo così a racimolare una percentuale di voti pressochè identica a quella che avrebbe preso se avesse corso da solo. Questo per dare l’idea di quanto ne capisca il professore di cifre, somme e cose così… Che poi, da che tutti noi si pendeva dalle sue labbra e dalle sue conoscenze economiche, è sparito di colpo ma l’economia ha continuato tranquillamente ad andare come quando c’era lui: male. Ché due domandine sulla questione Europa a ‘sto punto dovremmo proprio farcele..

DI PIETRO
Altro trombato illustre. Antonio è una brava persona, uno ruspante, che annaspa un po’ nei discorsi in italiano ma che spesso dice cose che, se fossero comprensibili, potrebbero essere pure condivisibili. Ed è pure laureato. Lui sì, Giannino no. Mah.

I GRILLINI
Non dovremmo chiamarli così perché loro sono il Movimento 5 Stelle (come quelle dei salami Negroni) e potrebbe suonare offensivo continuare a definirli come se fossero solo degli adepti di una setta di invasati. Va anche detto che non è che loro facciano tantissimo per affrancarsi un poco dall’idea di dipendere del tutto dal Grillo-pensiero. I giornalisti li inseguono neanche fossero dei VIP irraggiungibili e loro, come i veri VIP, puntualmente li snobbano lasciandoli lì col loro microfono ancora puntato ma avaro di dichiarazioni raccolte. Tranquilli amici giornalisti: se vi girate un attimo, alle vostre spalle ci sono sempre pronti un Gasparri o una Santanchè ansiosi di rilasciare dichiarazioni di alto spessore su qualsiasi argomento vogliate. 

ENRICO MENTANA
Lo so, non è un politico nel senso stretto del termine, ma è come se lo fosse: quest’uomo è  stato ininterrottamente in diretta TV fin dai giorni delle elezioni, prima commentando i risultati altalenanti e parlando con interlocutori spesso appisolati dalla fuffa dei discorsi, e ora perennemente agitato all’idea di uno scoop sul fin troppo annunciato Governo-miraggio di Bersani.
Ma lui niente: sempre a tremila, super eccitato, che parla, parla, parla.
Ecco, ora, Enrico caro, riposati un po’ pure tu e facci disintossicare da questa sbornia politica, ne guadagnerà sicuramente la tua salute ma anche quella delle nostre orecchie.
Chè tanto se il governo si formerà ce ne accorgeremo comunque: lo twitterai tu ancor prima di Bersani.

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