mercoledì 11 luglio 2012

PADRE PIO IN TV CON MASSIMO GILETTI. MIO DIO!

E poi l’altra sera mi è capitato di accendere la TV.

Su Raiuno, con la sua aria melliflua e sudaticcia che tanto rimanda alla nobiltà d’animo del tirchissimo Scrooge nel Canto di Natale di Dickens, Massimo Gilletti presentava una serata televisiva tipicamente estiva, una di quelle cose che in inverno non andrebbero mai in onda,  ma che a Luglio trovano posto in prima serata sulla rete ammiraglia Rai perché “tanto d’estate non c’è niente e quindi…”

La manifestazione in questione era intitolata  “Una voce per Padre Pio”, una sorta di serata finale del Festivalbar in cui si festeggiano i grandi successi dell’estate, solo che invece delle canzoni si celebravano i miracoli più riusciti del Santo dei Santi, Padre Pio appunto. Un gran via vai di attori, cantanti e gente più o meno nota che, animata da fervente fede (e da un opportuno cachet), si è sperticata nel raccontare quanto contasse per loro il Santo Frate.

Ovviamente tutti gli ospiti erano pronti a far notare che il rapporto col Santo in questione lo vivono in maniera riservata e intima, ma che non si poteva mancare in un’occasione di festa come quella (tradotto: è sempre un passaggio in prima serata su Raiuno e, soprattutto, un probabile accredito in simpatia tra le alte schiere vaticane).

Tra le più devote a Padre Pio, da sempre, c’è la Valeriona Nazionale, in arte Valeria Marini: più che una donna un fumetto a grandezza umana. Io me la immagino tutta scosciata e ammiccante che corre con i coscioni ad accendere un cero in Chiesa per ringraziare Padre Pio ogni qual volta vende un paio di mutande da lei disegnate per la sua collezione fine ed elegante di biancheria intima. Un’immagine che da sola basterebbe ad inficiare qualsiasi teoria di veridicità sui miracoli del Santo in questione: se Padre Pio avesse realmente i poteri di cui si parla, l’avrebbe incenerita tra le navate della Chiesa ancora prima che il fiammifero fosse arrivato a toccare lo stoppino della candela. Che va bene tutto, ma ringraziare per un paio di mutande della linea “intimo gioiello”…

Che poi, lo chiedo a voi donne, quanto può essere comodo un perizoma che al posto del filetto normale ha un filo di perle che si vanno ad infilare proprio lì quando sei sullo scooter o quando sei a mensa a mangiare? Per carità, magari può dare anche piacere in certi casi, ma insomma..

Comunque, digressione Marini a parte, e tornando alla bella serata televisiva, va detto che i racconti, così come il copione richiede, sono stati tutti opportunamente conditi da musica “stracciacor”, toni sommessi e luci rarefatte. E da lui. Il bel Massimo nazionale. Massimo Giletti: il presentatore che invece di una capigliatura vanta sulla testa un nido di passerotti di paglia scolorita.

Giletti e Padre Pio.


Ecco, basterebbe questo ad alimentare il peggiore dei sarcasmi da qui ai prossimi anni a divenire. Mi limiterò qui a rappresentare l’incompatibilità tra i due: non vorrei scomuniche o che il parentado osservante smettesse di parlarmi per sempre.

Massimo Giletti, l’uomo che da anni specula (televisivamente parlando) su ogni possibile tragedia umana come omicidi, deragliamenti di treni, disastri navali, terremoti, malattie, e chi più ne ha più ne metta e che, in occasione della santa serata televisiva, assume un tono da simil prete laico e con aria partecipe e commossa intervista i vari miracolati del Santo. Scene di ordinaria follia televisiva estiva.

Per carità, non è che se uno nella vita fa la televisione non può essere poi un fervente cattolico. Però Giletti...

Giletti ha la faccia di uno che è vero e spontaneo quanto quelli che per lavoro vanno a suonare ai matrimoni e fanno gli auguri agli sposi simulando grande gioia e partecipazione. Si capisce chiaramente, anche guardandolo solo per due minuti, che l’unico pensiero fisso che gli attraversa il cervello davanti ad una telecamera è: ”chissà in quanti milioni mi staranno guardando ora?”

Se c’è al mondo uno meno empatico e comunicativo di Paola Perego (tolti Robocop e le scatole sgocciolanti di latta dei legumi prima di essere gettate) è proprio Giletti. Come fai a metterlo in un contesto del genere e pretendere che poi non venga fatta ironia?  E’ come se si mettesse Manuela Arcuri a presentare l’evento “una notte per la recitazione.”  Ammetterete che una qualche contraddizione in termini ci sta..

Io capisco che in Rai ormai non ci sono più i “Pippi Baudi” di una volta, quelli in grado di rendere solenne anche una serata che ha per sponsor una marca di assorbenti, però magari per l’occasione specifica uno avrebbe potuto andare a pescare qualcosa di un po’ più adatto di Giletti. Azzardo perfino un Carlo Conti. Ma Giletti…

Comunque, Padre Pio, se effettivamente hai questo potere di far avverare le preghiere, sappi che io al tuo Santuario ci sono venuto e che anche se non ricordo molto (tranne la marea di banconote che le vecchine devote continuavano a lanciare sulla tua lapide) vorrei tanto chiederti di intercedere per me col tuo diretto superiore: potresti dirgli di favorire per una volta la formazione di un Consiglio di Amministrazione della RAI per bene e competente, fatto di gente che faccia lavorare altra gente solo se è brava e preparata e non perché è raccomandata, amante di qualcuno o in quota ad un partito politico.

In altre parole, Signore Iddio, ti sto chiedendo, umilmente, di liberarci di Massimo Giletti. Lo so, magari esagero e sono cattivo però, se anche fosse un bravo presentatore, devi ammettere che riesce a nasconderlo benissimo. Intercedi tu e trovagli un lavoro più consono alle sue attitudini che meritano (se e quando individuate) di essere valorizzate nel contesto più giusto.

In cambio promettiamo di tenerci ancora a lungo la tua preferita tra le conduttrici: Lorena Bianchetti, che è buona e in odore di santità. E stai pure tranquillo: anche se esaudissi il mio desiderio, lei rimarrebbe comunque al suo posto e lavorerebbe tanto in ogni caso, perché la Bianchetti non è la solita fanciulla raccomandata, ma una professionista seria e capace. Santa Lorena Bianchetti dell'Ordine delle Assunte inginocchiate al fervore di via della Conciliazione in Roma. Amen.


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